Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate - Hands-on
Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate - Hands-on
Sin dai primi minuti di gioco ho riconosciuto subito gli elementi principali del gameplay di Sands of Time: i classici combattimenti acrobatici piroettando tra decine di nemici, gli enigmi platform da risolvere sfruttando le capacità acrobatiche del protagonista e soprattutto il potere di riavvolgere il tempo per annullare eventuali nostri errori sono tutte caratteristiche che ho ritrovato con piacere. La differenza con l'ultimo titolo della serie, intitolato semplicemente Prince of Persia, è nettissima: i combattimenti sono più frequenti e con molti più nemici, le parti platform non sono più "pilotate" e richiedono una attenta analisi degli ambienti in cui ci troviamo, mentre il livello di difficoltà generale si è innalzato. Per chi non conoscesse i primi titoli della serie, il gameplay è basato principalmente su fasi di combattimento alternate ad esplorazione platform degli ambienti: le prime vengono condotte usando i tasti di salto, attacco e calcio per intessere fluide coreografie di combattimento mentre si salta tra i nemici uccidendoli uno dopo l'altro, mentre le seconde ci vedono correre sui muri, arrampicarci a pareti e colonne e dondolare di asta in asta per passare da una parte all'altra delle stanze.
Oltre agli elementi classici ritrovati, il gioco ci propone inoltre dei nuovi poteri del Principe: man mano che procederemo nell'avventura ci verrà sbloccato il controllo sui quattro elementi fondamentali, acqua, fuoco, vento e terra. Questi ci permettono sia di attivare dei poteri durante il combattimento, al costo di energia che andrà poi recuperata, come la possibilità di creare una barriera di roccia intorno al protagonista per renderlo temporaneamente invincibile oppure l'abilità di scagliare verso i nemici una scia di spuntoni di ghiaccio, sia di disporre di speciali potere utili durante le fasi platform. In vari punti del gioco incontreremo infatti delle aree superabili solo grazie a questi poteri: ad esempio potremo congelare per un tempo limitato dei getti d'acqua che escono dalle pareti o delle cascatelle che sgorgano dal soffitto trasformandoli in colonne e appigli per progredire nei livelli, così come quando incontreremo delle grandi voragini potremo usare il controllo sull'aria per superarle facilmente o ancora in altri punti potremo ricostruire elementi architettonici andati distrutti. Questi poteri aumentano di fatto la complessità e difficoltà delle sezioni platform/esplorative: ad esempio in alcuni livelli ho incontrato dei getti d'acqua che si attivavano in maniera sincronizzata, e per superare quelle sezioni ho dovuto attivare e disattivare il potere di congelamento con il giusto tempismo mentre saltavo da una colonna congelata all'altra. Per i giocatori che desiderano un'esperienza più semplice, comunque, Ubisoft ha promesso che sarà introdotto un livello più facile nel quale tutti i getti d'acqua saranno permanentemente solidi, così da facilitare il tutto ai meno abili. Chiudono poi il quadro i molti enigmi basati su meccanismi e congegni più o meno complessi sparsi per i vari livelli: gli appassionati di puzzle "alla Tomb Raider" li gradiranno di sicuro.
In generale il gameplay del titolo mi ha colpito favorevolmente: anche se per ovvi motivi sa molto di déjà vu, rappresenta il gradito ritorno di meccaniche che avevo apprezzato molto in passato. Così come la grafica sembra sicuramente solida e ben realizzata, con ottime textures e animazioni. Una cosa che non mi ha convinto appieno sono però le ambientazioni, troppo simili tra loro almeno nella versione del gioco fornitaci. Ovviamente le sezioni platform e gli enigmi cambiano molto dall'una all'altra, ma stilisticamente e artisticamente sono tutte troppo simili: certo, in una reggia di quel tipo ci si aspetta di trovare una certa omogeneità artistica e architetturale, ma in un videogioco la varietà visiva, oltre che di gameplay, conta molto. L'unica variante degna di nota è una sorta di mondo etereo al quale si accede tramite dei portali che di tanto in tanto troveremo, in cui incontreremo la djinn Razia, un genio donna che ci fornirà i vari poteri di cui potremo disporre. La mia speranza è comunque che nel gioco finale ci siano ulteriori scenari che contribuiscano a variegare il tutto.
In conclusione, il nuovo action-platformer di casa Ubisoft mi è sembrato un titolo decisamente solido, impegnativo e dall'ottima giocabilità grazie anche alle meccaniche ben collaudate: per ora non mi ha però convinto a livello di carisma, confesso anche per via dell'aspetto del Principe, mutuato dal protagonista della pellicola cinematografica Jake Gyllenhaal. Le premesse per un buon titolo ci sono comunque tutte: per il nostro giudizio finale vi rimando a fine maggio, quando il gioco finale arriverà nei negozi.
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