Recensione - Prince of Persia
Sin dai primi momenti di Prince of Persia, appare evidente come designers e sviluppatori abbiano voluto fortemente differenziare il titolo dai precedenti della serie: non solo troviamo una inedita grafica "pittorica" ed un gameplay nuovo di zecca, ma anche la storia non ha nessun legame con i titoli precedenti, a partire dal protagonista. Nel nuovo POP ci troviamo infatti nei panni di un avventuriero senza nome che, intento a cercare la sua asina fuggita con un carico di tesori, si imbatte in una fanciulla indifesa minacciata da loschi figuri. Ben presto la situazione precipita: la donzella in difficoltà è in realtà una principessa, il cui padre impazzito libera un dio oscuro che getta nell'ombra tutto il suo regno. Da qui in poi il nostro scopo diventa cercare di liberare il reame dalla corruzione, accompagnati dalla bella Elika.
Saltando e correndo per il reame
La struttura di Prince of Persia ruota attorno al tempio del regno di Elika, sovrastato da un imponente albero gigante e nel quale era imprigionato Ahriman, il dio che ora corrompe tutte le terre del reame. Da qui possiamo raggiungere quattro "domini" del regno, località invase dalla corruzione, ognuna composta di sei livelli: uno di ingresso, quattro interni ed un livello finale. Il nostro scopo è percorrere ogni livello fino ad arrivare al suo "terreno fertile", un'area energetica dalla quale Elika può liberare il livello dalla corruzione, combattere il guardiano che inevitabilmente ci attende sul posto e liberare il livello per poi passare al successivo. Con una complicazione: all'inizio i livelli interni sono tutti irraggiungibili, e dovremo sbloccare alcuni "poteri" di Elika che ci permetteranno di raggiungerli. Tutto quel che dobbiamo fare per sbloccare questi poteri è raccogliere una serie di sfere luminose che appaiono disseminate in ogni livello dopo averlo liberato dalla corruzione.
I livelli sono composti da edifici del regno andati in rovina a causa della corruzione, con ponti caduti, vie interrotte e strapiombi ovunque: per percorrerli dobbiamo quindi fare ricorso alle ablità atletiche del principe, e qui emerge la natura platform del gioco. Durante tutto il gioco dobbiamo percorrere le vie all'interno dei livelli saltando da una piattaforma all'altra, camminando sulle pareti, oscillando tra pennoni o arrampicandoci sulle colonne, premendo con il giusto tempismo i vari pulsanti. Ogni tanto si incontrano anche delle particolari piastre sui muri che attivano uno dei quattro poteri di Elika, e ci permettono di proseguire il percorso volando, compiendo grandi balzi o addirittura correndo sulle pareti: ovviamente per usarle è necessario che i relativi poteri siano sbloccati, altrimenti quella parte di livello ci rimane preclusa. Questa fase del gioco non risulta particolarmente impegnativa se non verso la fine, quando siamo chiamati a percorrere ininterrottamente lunghi tratti senza sbagliare mai e dovendo anche evitare delle macchie di corruzione che sbucano dalle pareti per inghiottirci. I percorsi all'interno dei livelli sono estremamente lineari, e difficilmente ci si ferma a chiedersi dove andare, anche perchè Elika dispone di un potere, richiamabile in ogni momento, che ci mostra la retta via con una scia luminosa. Inoltre il tutto è semplificato dall'impossibilità di morire visto che, in caso di caduta nel vuoto, Elika interviene a recuperarci per riposizionarci sulla precedente piattaforma, come una sorta di sistema di checkpoint. Alla fine si finisce per percorrere dei percorsi premendo a tempo i tasti A per saltare, B per aggrapparsi a maniglie su pareti e soffitti, e Y per effettuare dei doppi salti con l'aiuto di Elika o per attivare i suoi poteri. L'esperienza non è di per sè noisa, anche perchè le situazioni e combinazioni sono tutte molto diverse tra loro, ma sicuramente ci aspettavamo un platform più alla Sands of Time, in cui il percorso da fare non era mai scontato e anzi costituiva di per sè un puzzle da risolvere. Qui troviamo invece pochissimi enigmi, e comunque tranne forse un caso mai troppo difficili da risolvere.
Una volta raggiunto il terreno fertile di ogni livello, arriva il momento di affrontare il guardiano di turno e qui troviamo quello che è a nostro giudizio il lato peggiore del gioco: la semplicità e ripetitività dei combattimenti. Il problema principale è che il protagonista ha solo quattro mosse a disposizione: attacco con la spada, presa con il suo guanto di ferro, attacco acrobatico oppure attacco di Elika, ognuno dei quali è associato ad un diverso pulsante del joypad. Durante il combattimento i nemici assumono diverse forme vulnerabili ad uno di questi attacchi, e quindi la scelta sul come attaccarli è quasi sempre pilotata dal gioco stesso: il tutto si riduce ad un ripetersi di attacco nemico, parata, attacco del giocatore (con l'unica variante nella possibilità di concatenare tra loro diversi attacchi dopo aver centrato il primo) fino all'esaurimento dell'energia del nemico di turno. Come nel resto del gioco, anche qui il protagonista non può morire, venendo sempre salvato in extremis dalla compagna, diminuendo quindi la tensione durante il combattimento: aggiungeteci inoltre che in tutto il gioco sono presenti solo quattro guardiani, che dovremo combattere a più riprese in ogni livello dei domini di loro competenza, ed il fattore ripetitività è assicurato. Peraltro le differenze tra loro non sono neanche marcatissime, eccezion fatta per un gigante di roccia con il quale va utilizzata una tattica diversa. Vagando per i livelli si incontrano anche altri nemici secondari, ma si tratta di combattimenti semplicissimi che durano pochi secondi e facilmente dimenticabili. Forse gli sviluppatori avevano voluto qui riprodurre le meccaniche di un classico picchiaduro, ma il gioco manca di quella "scorrevolezza" fatta di attacchi, parate, contrattacchi continui e senza sosta, e soprattutto di nemici capaci di offrire una reale sfida, costringendoci a cambiare spesso tattica d'attacco.
Sia la componente esplorativa che quella di combattimento tradiscono la volontà degli sviluppatori di offrire un'esperienza accessibile a tutti, neofiti compresi, ma se la prima risulta comunque gradevole ed interessante, la seconda non riesce a divertirci come avremmo voluto, soprattutto dopo le ottime battaglie vissute nei precedenti titoli della serie.
Esperienza affascinante
Se dal punto di vista del gameplay Prince of Persia non ci convince appieno, è in tutto quel che vi è attorno che il gioco brilla maggiormente. La cosa che si nota maggiormente è la splendida grafica, che come in una sorta di quadro animato ci offre stupendi panorami e scene memorabili. Un gran lavoro è stato fatto con il design dei livelli, davvero molto ispirati e che ci fanno sembrare di essere in un vero mondo da favola: bellissimo poi il passaggio da corruzione a risanamento quando Elika attiva i suoli fertili, che illumina e colora livelli prima oscuri e monocromantici, con ciuffi d'erba e fiori che ricoprono il tutto. Anche se i percorsi sono come abbiamo detto lineari e relativamente facili, diventa quasi difficile staccarsi dal joypad per la voglia di scoprire sempre nuove ambientazioni e vedere cosa gli artisti di Ubisoft ci hanno riservato dietro il prossimo angolo.
Anche i protagonisti sono molto ben realizzati ed animati, ma soprattutto caratterizzati: durante tutta l'avventura possiamo in ogni momento interagire con Elika avviando delle conversazioni (completamente doppiate in italiano) che ci fanno capire di più sul mondo di gioco e sui nemici che affrontiamo. All'inizio i dialoghi sembrano un pò tediosi ed inconcludenti, ma più si avanza e più ci si fa prendere dalla storia e dal rapporto tra i due, fatto di divertenti siparietti e lanci di frecciatine reciproche, finchè non diventa molto piacevole fermarsi ogni tanto per assistere ad una delle loro chiacchierate. Anche la colonna sonora aiuta l'appeal generale, con melodie estremamente adeguate alle situazioni e molto piacevoli da ascoltare.
Un buon inizio
E' difficile dare un giudizio conclusivo su Prince of Persia, perchè si tratta di uno di quei giochi in cui il livello di qualità percepita può essere molto soggettivo. Se amate i titoli che vi fanno sudare e traete giovamento dall'aver superato una sfida particolarmente impegnativa, la nuova opera di Ubisoft Montreal non è sicuramente per voi: il gameplay estremamente lineare e guidato e i combattimenti troppo semplici e ripetitivi non si addicono certo alle esigenze di chi si definisce un hardcore gamer. Noi abbiamo però apprezzato molto il "viaggio" che il gioco ci fa fare, con una storia interessante, personaggi ben caratterizzati e ambientazioni visivamente stupende, sia tecnicamente che artisticamente. E' sicuramente un buon inizio sul quale gli sviluppatori potranno costruire per gli immancabili seguiti, ma lo consigliamo senza dubbio a tutti quelli che si fanno affascinare da mondi di gioco fantastici e ben realizzati, ma che non richiedono esperienze particolarmente impegnative. 8.4
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