Recensione - Devil May Cry 4
di
Roberto Vicario / Spr1ggan86
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Correva l’anno 2001 quando Capcom lanciò sul mercato il primo capitolo della saga “Devil May Cry”, un gioco molto originale per quel periodo che univa un’azione molto frenetica, tipica del genere action, con un’ambientazioni molto belle ed interessanti. Questa alchimia portò il titolo a superare facilmente il milione di pezzi venduti. La saga continuò con un secondo ed un terzo capitolo che seppur divertenti non riuscirono ad eguagliare l’originalità del primo, ed a distanza di sette anni eccoci a parlare del quarto capitolo di questa famosa saga, e sembra che finalmente il primo episodio abbia trovato un degno erede.
Nero, il nuovo eroe di casa Capcom
Come molti di voi già sapranno, avendo provato la demo oppure avendo letto le nostre news, il protagonista questa volta non sarà il noto Dante, bensì un giovane che gli somiglia molto, Nero. Il ragazzo fa parte di una setta che venera una specie di Semidio-cavaliere chiamato Sparda, credendo che prima o poi tornerà nuovamente in vita per salvare l’umanità dalla distruzione totale. Il gioco inizia nel pieno di una funzione in favore di Sparda, quando Dante irrompe dalla finestra freddando il sacerdote: da qui parte un lungo filmato-tutorial che ci spiegherà un po’ la storia che sta alla base del titolo, fino a quando non prenderemo le redini del gioco e partiremo alla ricerca di Dante da parte di Nero.
In realtà il protagonista del gioco non è solo Nero: se per gran parte della nostra avventura utilizzeremo il nuovo personaggio, verso la fine della storia ci ritroveremo nei panni del famoso Dante, con continui passaggi da un personaggio all’altro. I due usano stili di combattimento estremamente differenti, ed anche se passare da uno all'altro stile non è immediato, questo introduce un ulteriore elemento di varietà nel gioco. I giocatori che non hanno mai usato Dante nei precedenti titoli sono però quelli che potrebbero trovare maggiori difficoltà dopo aver appreso lo stile di Nero.
Per quanto riguarda invece i fan della serie, a grandi linee il gameplay è rimasto pressoché invariato, le uniche novità arrivano dallo stile di combattimento di Nero, grazie soprattutto al “Devil Bringer”, una sorta di braccio demoniaco che ci servirà o per afferrare nemici e scaraventarli il più lontano possibile oppure per afferrare sporgenze altrimenti irraggiungibili. A questo si affiancano la “Blue Rose” e la “Red Queen”, rispettivamente una pistola ed una spada potentissima che grazie all’ “Exceed System” può essere caricata per apportare danni maggiori ai nemici che si scaglieranno contro di noi.
Per Dante invece la situazione non è mutata, sono sempre presenti i suoi 4 stili di combattimento adattabili ad ogni situazione di combattimento, la novità sta nella possibilità di switchare direttamente dal D-pad gli stili senza dover entrare per forza nel menù di pausa, come avveniva nei precedenti capitoli.
Hardcore game
La critica più frequente che è sempre stata mossa a DMC era che il gioco presentava troppo difficile per la massa: in questo caso troviamo un’inversione di tendenza. All’inizio della nostra avventura potremo scegliere soltanto tra 2 diversi livelli di difficoltà, “Umano” o “Acchiappademone”, che permetteranno anche ad un neofita della serie o del genere di portare a termine l’avventura senza particolari difficoltà. Una volta completato il gioco si sbloccheranno ulteriori 4 livelli di difficoltà (Devil Hunter, Dante must Die, Heaven or Hell e Son of Sparda), creati per veri hardcore-gamers: scelta saggia questa, fatta per accontentare tutte le fasce di giocatori interessate al titolo. Completato il gioco sbloccheremo inoltre un "survival mode" nel quale dovremo cercare di sopravvivere il più tempo possibile con sfide sempre più difficili.
La tecnica del demonio
Dal punto di vista grafico ci troviamo di fronte una produzione eccezionale: il motore grafico dimostra di sapersela cavare in tutte le situazioni, anche quelle più caotiche, senza alcun calo di frame rate e girando a 60 fps costanti. Particolare attenzione è stata riposta nelle ambientazioni, sempre molto suggestive e con textures di altissima qualità. Anche i personaggi sono realizzati in maniera magistrale, soprattutto i particolari risultano ben realizzati donando al titolo e alle cut scene (realizzate tutte con il motore del gioco) molta più spettacolarità, soprattutto per quanto riguarda gli scontri con i boss finali, i più spettacolari che siano mai stati realizzati per la serie.
Infatti è proprio nelle scene di intermezzo precedenti o successive ad uno scontro con un boss che viene fuori tutto il lato action e “tamarro” del titolo, intervallando spettacolari combattimenti a battutine e sbeffeggi altezzosi da parte di Nero sul malcapitato di turno, per non parlare di quando compare la supersexy Gloria! Insomma, questo “Devil Hunter” potrete soltanto amarlo.
Il comparto audio risulta anch’esso ben realizzato, le musiche variano da melodie tranquille a più veloci in base all’azione su schermo. Anche la campionatura dei suoni risulta molto buona, per quanto riguarda il doppiaggio invece è tutto in inglese con sottotitoli in italiano.
E i difetti?
Anche questo Devil May Cry non è esente di difetti. Abbiamo già accennato al passaggio nel corso dell’avventura da Nero a Dante: questo ci costringe a ripercorrere con Dante zone in precedenza già attraversate con Nero, facendo perdere un po’ di mordente alla storia. Sarebbe stato più saggio vivere le storie in maniera parallela ed in ambientazioni diverse per non annoiare il videogiocatore, mentre così assomiglia più ad un escamotage per aumentare artificialmente la durata del gioco, costringendoci di fatto a rigiocare più volte le stesse situazioni. Altra pecca che non si dovrebbe più vedere sulle console di nuova generazione sono i muri invisibili: purtroppo anche qui avremo un percorso impostato che dovremo seguire scrupolosamente e che ci porterà da una location all’altra, speriamo che con il quinto capitolo l’azione si renda un pò più libera, con combattimenti ancora più grandi e coinvolgenti.
Il gioco è esclusivamente in singolo, e l’avventura si porta a termine in una decina d'ore nelle modalità più semplici. Assente quindi la modalità multiplayer se non per la comparazione delle classifiche con gli altri cacciatori di demoni di tutto il mondo. Comunque, a parte qualche piccolo difetto il gioco ci è piaciuto, tutte le aspettative che aveva creato sono state soddisfatte: il carisma di Nero e degli altri personaggi sapranno conquistarvi. Dopo Dead Rising e Lost Planet un altro colpo messo a segno da Capcom, che si conferma come uno dei più capaci sviluppatori di questa generazione. Corrette a comprarlo! 9.0
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