Recensione - Battlefield V
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Come ormai la saga di DICE ci ha abituato da anni, Battlefield V è una gioco dalle due facce: da una parte troviamo la Campagna e dall'altra il Multiplayer, con il secondo che rappresenta indubbiamente il piatto forte dell'esperienza. In realtà il titolo è concepito per avere anche un terzo volto, che però si aggiungerà a marzo: è la modalità "Tempesta di Fuoco", che introdurrà per la prima volta un'esperienza Battle Royale nell'FPS di DICE. Arriverà poi anche una modalità cooperativa per 4 giocatori, ma al momento il gioco è composto da da tre brevi storie single player (con una quarta in arrivo in futuro) ed una corposa componente multiplayer. Iniziamo quindi la nostra analisi di Battlefield V vedendo cosa abbia da offrire ai giocatori solitari.Il nuovo capitolo dell'FPS bellico di EA riprende il concetto delle Storie di Guerra di Battlefield 1, dove attraverso diversi racconti scollegati tra loro ma posti in ordine cronologico potevamo vivere le molteplici facce della guerra: atti di eroismo, disperazione, sacrifici e sofferenza. Utilizzando questa struttura, Battlefield V ci propone tre nuove storie in location inedite, evitando le classiche ambientazioni della WWII viste e riviste come lo sbarco in Normandia. La prima Storia di Guerra, forse quella meno ispirata, è "Sotto nessuna bandiera", dove seguiamo la storia di un giovane inglese finito in galera per una tentata rapina e ritrovatosi infine a combattere in mezzo al deserto in una missione apparentemente suicida. La sua incoscienza porterà lui e il suo compagno tra diversi pericoli, ma le abilità dei due soldati riusciranno a dare filo da torcere ai nemici. Questa missione ci propone vaste aree dove destreggiarsi con approcci stealth o con sparatorie ad alto tasso d'intensità, con tanti di veicoli, attacchi aerei e cannoni. Guerra totale, insomma.
Si passa poi alla suggestiva ambientazione innevata della Norvegia, dove seguiamo la figlia di una scienziata che si oppone agli esperimenti sull'acqua potabile dei nazisti che occupano il paese. La ragazza è intenta a liberare la madre dalle grinfie dei tedeschi, e per farlo dovrà destreggiarsi principalmente con lo stealth in basi tra le montagne, sia di notte con tanto di spettacolare aurora boreale, che di giorno in mezzo ai colorati villaggi della zona. Questa missione introduce anche una nuova meccanica alla saga: gli sci. La protagonista infatti può equipaggiare in qualunque momento gli sci per scappare rapidamente dai nemici, coprire ampie distanza in breve tempo o per sfruttare a proprio vantaggio le discese innevate. Una bella trovata per una storia che non appassiona più di tanto, ma che offre diversi spunti interessanti grazie al rapporto tra i protagonisti.
MX Video - Battlefield V
Le Storie di Guerra si chiude (almeno per il momento) infine con una pagina meno nota della guerra, i Tirailleur: combattenti di colonie francesi come il Senegal, che in questa guerra si sono trovati a combattere per una patria, la Francia, che nemmeno conoscevano e dove i francesi "puri" e bianchi si prendevano anche ingiustamente il merito di tutti i successi bellici. Una caratteristica interessante di questa storia è l'utilizzo delle bandiere da conquistare come nella modalità multiplayer Conquista, attraverso battaglie che coinvolgono dozzine di alleati, nemici, veicoli e molto altro. Si tratta sicuramente della storia che rende meglio l'idea della guerra su vasta scala, ed è anche quella che offre il miglior sviluppo dei personaggi.
Nessuna delle tre storie comunque, vista la loro durata limitata (neanche un'ora ciascuna, anche esplorando discretamente e puntando allo stealth) offre narrative troppo ricche, ma sono più che altro degli scorci di vita in battaglia, con decisioni da prendere e responsabilità che vanno affrontate in millesimi di secondo e che possono decidere tra la vita e la morte di chi dovremmo proteggere. Ognuna delle missioni offre alcuni obiettivi secondari come ad esempio la conquista di una base senza far scattare allarmi, nonché numerosi segreti sparsi che raccontano meglio il background delle fazioni e delle aree di gioco. Queste aggiunte sono comunque di poco conto e non fanno altro che portare il giocatore a deviare leggermente dal percorso migliore, senza però andare ad aggiungere reale varietà o rigiocabilità alle missioni. In futuro uscirà anche una quarta missione della campagna, ma al momento il tutto è completabile in 3 ore circa: una durata piuttosto bassa anche per questo tipo di giochi. Da sottolineare anche una scelta stilistica interessante, cioè quella di usare le lingue originali delle varie regioni o dei personaggi. I soldati inglesi quindi parlano con un inglese britannico, i soldati senegalesi in francese ma con forte accento e così via, ovviamente il tutto con sottotitoli in italiano.
Dopo la breve campagna, passiamo quindi alla portata principale di Battlefield V: il multiplayer. Ritornano modalità classiche come Deathmatch a squadre, Dominio e soprattutto Conquista, vero fiore all'occhiello della saga. Ritorna anche Prima Linea, ma soprattutto le Operazioni su vasta scala di Battlefield 1, dove la guerra attraversa diversi round che rappresentano giorni differenti e che qualora non si riesca a decretare un vincitore, si chiudono con un tesissimo combattimento finale a vita singola che ricorda un po' la Battle Royale. A tal proposito, è previsto per marzo l'arrivo della modalità Tempesta di Fuoco, l'esplosiva variante Battle Royale di Battlefield dove 16 squadre da 4 giocatori dovranno destreggiarsi in un'arena che diventa man mano sempre più piccola, con un enorme cerchio di fuoco che ingloba tutto ciò che rimane fuori dalla zona attuale di guerra. Sono molto curioso di come funzionerà questa modalità, ma per ora ci dobbiamo accontentare dell'esperienza Battlefield più classica.
Classica sì, ma non per questo senza innovazioni di rilievo. Che scegliate le frenetiche battaglie in arene più piccole di Dominio o le guerra epiche di Conquista o Operazioni su vasta scala, troviamo tantissime meccaniche nuove che riscrivono le regole della saga. La novità più vistosa è la possibilità di costruire fortificazioni e ostacoli, utili sia per creare coperture dal nulla che a fermare l'avanzata dei nemici, che possono passare solo mettendo in campo gli esplosivi, rivelando però così la loro presenza. Combinato alla distruzione sempre presente di Battlefield, che permette di abbattere non solo muri ma anche edifici interi in alcuni casi, capire passaggi ed aperture di un campo di battaglia in costante evoluzione diventa più importante che mai. Persino il sistema di movimento ha subìto diverse evoluzioni: oltre a risultare in generale più scattante e preciso, offre mosse nuove come l'indietreggiamento da sdraiati o il rilancio delle granate, nonché nuove animazioni. Lo scenario stesso reagisce meglio alla presenza dei giocatori, muovendo per esempio l'erba o alzando il fango in caso di cadute, andando a rivelare meglio la presenza di soldati nascosti.
Una novità che forse si nota meno, ma che ha un impatto enorme sulle sparatorie, è la fine della dispersione casuale dei proiettili: ogni proiettile, tenendo conto della distanza e della direzione di mira, va ad atterrare esattamente dove deve, migliorando così la precisione e il feeling generale di ciascun'arma. Più facile invece da notare è il restyling del sistema di classi, dove finalmente ogni ruolo ha maggior peso all'interno di una squadra. Uno su tutti il cecchino, l'unico che può indicare i nemici in lontananza ed anche qui si tratta di una feature più limitata di prima. Bella anche la trovata di permettere a ogni giocatore di rianimare i propri compagni di squadra, permettendoci così di non perdere a priori le battaglie qualora si sia sprovvisti di un medico. Il medico resta comunque enormemente importante, poiché i soldati hanno solo una chance di rianimarsi con una quantità di vita parziale, e fuori dalle basi (dove troviamo provviste di rifornimenti di munizioni e pacchi salute) sono l'unico modo per ritornare ad avere una quantità di salute sufficiente ad affrontare con efficacia i nemici.
Infine non si chiamerebbe Battlefield senza veicoli, e naturalmente questi fanno il loro ritorno in questo quinto capitolo numerato della saga. Rimangono ancora molto efficaci con un alto livello di distruzione, ma stavolta hanno proiettili più limitati e spawn meno frequenti, così da non essere più le macchine mortali di Battlefield 1. Troviamo anche un inedito sistema che ricorda le ricompense uccisione di Call of Duty, dove ogni squadra dopo aver racimolato punti conquista, uccisioni e così via può richiedere tramite il proprio leader dei rinforzi sul campo, come per esempio dei pacchi di rifornimento o degli attacchi aerei aggiuntivi. Anche l'aspetto dei soldati risulta ampiamente personalizzabile con tante armature e tute da sbloccare, mentre la quantità di armi ed equipaggiamenti è abbastanza bassa ma offre in compenso un buon bilanciamento. Tutti questi sistemi e novità rendono le battaglie molto più variegate e tattiche dei capitoli precedenti della serie, con le rianimazioni libere e la mira migliorata che vanno a rendere il gioco molto più fluido divertente e preciso di prima.
Battlefield V avrà poi un ampio supporto post-lancio, questa volta interamente gratuito grazie all'assenza del pass Premium. Ogni nuova mappa, nuova modalità, la storia aggiuntiva della campagna e così via sarà resa disponibile a tutti i giocatori gratuitamente, con i soli oggetti cosmetici a costare qualcosa in futuro. Siamo curiosi di vedere come questa formula (simile a quanto avviene per esempio su Fortnite o Titanfall 2) funzioni per Battlefield. Per ora, il gioco offre una quantità non particolarmente alta di contenuti: 3 ore di campagna, 8 mappe multiplayer, diverse modalità ma non tantissime armi e così via. Le novità ci sono e sono consistenti, ma la quantità di contenuti rimane un po' bassa e anche per questo sono curioso di vedere la qualità e la varietà delle aggiunte future. Come pressoché ogni gioco Electronic Arts, anche Battlefield V è tradotto egregiamente in italiano, ma come già accennato nella Campagna sono utilizzate le lingue originali come inglese, francese e tedesco, con il solo supporto del doppiaggio italiano.
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