Recensione - Immortal: Unchained
Il Gioco
L’universo è minacciato da una forza oscura che vuole distruggere i nove mondi. Il monolite sacro, creatore della vita e di tutte le cose, ha perso parte della sua forza e non riesce più a proteggere gli esseri viventi. Per questo motivo vengono liberati nove guerrieri tanto pericolosi quanto efficaci e letali. Sono dei cani sciolti, ma tempi estremi richiedono misure estreme. Queste sono le fondamenta narrative dal quale si sviluppa la trama di Immortal: Unchained, e che di fatto offrono il contorno perfetto per infilare quello che è effettivamente il gioco, il puro gameplay.Aspetto che può essere sintetizzato con una parola ormai sdoganata e accettata, nonché estremamente esauriente: souls-like. Vale a dire un titolo impostato su un alto livello di difficoltà, dove ogni scontro, per quanto minore, può risultare letale se affrontato con scarsa concentrazione e dove il senso di ricompensa è più visibile negli occhi di chi vince che non nell’inventario del bottino ottenuto. I migliori esponenti di questo sotto-genere sono i celebri e ottimi Dark Souls di From Software, nonché il fratello Bloodborne e i recenti avversari, si fa per dire, creati da altri studi di sviluppo in giro per il mondo (si vedano The Surge, Lords of The Fallen, NioH e altri ancora in diverse salse e piattaforme). Immortal: Unchained quindi, applica alla lettera tutti i dettami del genere, variando ciò che può essere visto come l’estetica, ma mantenendo inalterate le meccaniche centrali sfruttate da anni per questo tipo di esperienze.
Nel titolo di Toadman si parte dalla personalizzazione del protagonista, che comprende la scelta di una classe fra le sei disponibili e che modificano l’inclinazione generale delle caratteristiche per dar vita a un guerriero più portato al combattimento a distanza, come il Cecchino, o a qualcosa di più equilibrato come il Mercenario. Poi è il turno dell’aspetto meramente estetico: tatuaggi, colore della pelle, taglio di capelli e barba, accessori vari. Una volta completati questi passaggi Immortal: Unchained prende il via e offre un’esperienza pedissequamente plasmata sui lavori di From Software. Gli obelischi sostituiscono i falò ma svolgono la stessa funzione di centro per il potenziamento del personaggio, riordino e modifica dell’inventario, ristorazione in termini di salute ed energia. Come nella maggior parte dei titoli simili, attivare un obelisco implica anche ripristinare i nemici presenti nell’area, ad eccezione dei boss e di quelli più grossi o particolari.
MX Video - Immortal: Unchained
Come già accennato, Immortal: Unchained prova a distinguersi dalla massa puntando le sue fiches sul sistema di combattimento, che relega in secondo piano lo scontro corpo a corpo e fonda il gameplay sugli scontri a fuoco. Le tipologie di armi sono divise per rarità e anche per classe, così da impedire al mercenario di usare il fucile del cecchino e, soprattutto, la sua arma ausiliaria per il corpo a corpo. Il potenziamento di tutti gli oggetti dell’inventario e la loro organizzazione è da farsi all’obelisco: nel momento in cui si lascia la sicurezza di quel monolite non è più possibile equipaggiare un’arma differente fra le tre a disposizione con il tasto di scelta rapida. L’uccisione dei nemici comporta la raccolta di punti esperienza, che in caso di morte cadono a terra e possono essere recuperati solamente se non si perisce nuovamente durante il tragitto verso il punto dove si trovano. Tali punti possono essere spesi per aumentare le caratteristiche come Vigore, Forza, Intelligenza e via dicendo, che di riflesso modificano i bonus dell’avatar. Tutto molto classico e tutto già visto altrove. Infine, a differenza di altri esponenti del genere, Immortal: Unchained non prevede alcun tipo di multiplayer.
Commenti