Recensione - L.A. Noire
Il Gioco
Nell'ormai lontano 2011, Rockstar Games ci propose il primo ed unico titolo dell'ambizioso studio australiano Team Bondi: l'avventura noir L.A. Noire, che ci metteva nei panni dell'investigatore Cole Phelps mentre risaliva i ranghi del dipartimento di Polizia di Los Angeles alla fine degli anni 40. Purtroppo il gioco, che introduceva al tempo alcuni elementi distintivi molto interessanti, non vide mai un seguito a causa dello scioglimento del team di sviluppo; la casa di GTA ce lo ripropone quindi oggi in una versione riveduta e corretta per le nuove console.Come d'uso per le nostre recensioni di remaster o riedizioni di titoli della scorsa generazione, eviterò in questa sede di descrivervi nuovamente l'intero gioco, la cui conoscenza potete approfondire nella nostra precedente recensione, limitandomi a riassumerne le caratteristiche principali e valutare le qualità di questa versione per le console attuali. Chi non ha mai giocato il titolo sappia che siamo di fronte ad un'avventura investigativa open world che, come accennato, ci mette nei panni dell'investigatore della LAPD Cole Phelps. Il periodo storico è quello seguente alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il 1947 per la precisione, e Phelps arriva al dipartimento di Polizia proprio dopo aver vissuto in prima persona gli orrori della guerra. Qui inizia la sua carriera come semplice agente di pattuglia, ma la sua combattività e le sue doti investigative lo fanno emergere velocemente fruttandogli prima la nomina ad investigatore e facendolo poi progredire (ma non senza alti e bassi) nei ranghi, dove si occuperà di casi sempre più complessi. La Los Angeles di metà 1900 è una città dove corruzione, crimine e violenza stanno ormai prosperando, e questo fornisce un background narrativo eccellente per una serie poliziesca di stile noir.
MX Video - L.A. Noire
La storia del gioco è divisa in capitoli come si trattasse di una serie TV, ed ognuno di questi ci vede indagare su un caso diverso esplorando molteplici scene del crimine, parlando con testimoni ed indagati e raccogliendo prove fino a giungere alla soluzione finale. Qui il collante della narrazione e del gameplay è la struttura open world del gioco: possiamo infatti esplorare liberamente, sia a piedi che in macchina, le strade e molti dei locali di Los Angeles, ma l'azione vera e propria avviene quando raggiungiamo i luoghi di ogni crimine. Qui può capitarci di esplorare le varie aree alla ricerca di indizi (la cui vicinanza è segnalata da una vibrazione del controller), ingaggiare i criminali in sparatorie (con classico sistema di copertura) o inseguimenti, o interrogare i vari personaggi per estorcere loro la verità tramite un sistema di domande multiple che ci vede cercare di capire se i nostri interlocutori stiano mentendo o meno.
Tutto ciò lo ritroviamo pressoché invariato in questa nuova edizione di L.A. Noire, con l'aggiunta di tutte le missioni extra rilasciate come DLC per il gioco originale ed una serie di migliorie sia tecniche che di gameplay. Per prima cosa, sul fronte tecnico il gioco renderizza nativamente a 1080p su Xbox One, raggiungendo invece i 4K pieni su Xbox One X; sono inoltre state aggiunte le texture in alta risoluzione (che risaltano principalmente nelle ambientazioni al chiuso grazie ai molti dettagli scenografici presenti) per una maggior definizione degli oggetti, ed è stato migliorato il sistema d'illuminazione con l'aggiunta del supporto HDR. Il gameplay è invece rimasto sostanzialmente invariato ad eccezione dei nomi delle tre diverse scelte di dialogo durante gli interrogatori: nel gioco originale infatti queste erano "verità", "dubbio" e "bugia", ad indicare cosa pensavamo delle risposte che ci stava dando l'interrogato, mentre ora sono diventate "asseconda", "forza" e "accusa". Il loro funzionamento è lo stesso, ma così è più chiaro quale sarà il comportamento di Phelps alla selezione di ogni scelta: assecondare l'interrogato, forzarlo a dire la verità perché pensiamo ci stia nascondendo qualcosa, o accusarlo di mentire.
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