Recensione - Little Nightmares
Il Gioco
Gli incubi sono sempre stati ispirazione e materia di studio da parte di autori e cineasti. Tanto per fare qualche esempio, come dimenticare l'agghiacciante anatema del clown Pennywise nel film It, “Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà: conosco le vostre paure, vi ammazzerò uno ad uno”, oppure la riflessione di Trevor Reznik, interpretato da un filiforme Christian Bale ne L'uomo Senza Sonno “Come fai a svegliarti da un incubo, quando non stai dormendo?” Diciamo pure che di incubi la sanno lunga anche i ragazzi svedesi del team Tarsier Studios, che dopo averci mostrato la mirabolante origine dei sogni collaborando con il team Media Molecule nello sviluppo di LittleBigPlanet e Terraway, hanno deciso di svelare anche l'altra faccia di una medaglia finora fatta di soffici pupazzetti di stoffa e graziosi origami di cartoncino. Annunciato inizialmente con il nome Hunger, Little Nightmares ci catapulta in un mondo oscuro e disturbante, all'interno del complesso sottomarino The Mow in cui una setta di creature deformi rapiscono e imprigionano bambini per usarli come schiavi o generi alimentari.La nostra (dis)avventura comincia nei panni di una bimba di nome Six, vestita di un impermeabile giallo da cui spuntano solo due gambette rachitiche e dei piedini scalzi. La piccola si sveglia all'interno dell'enorme struttura, nella sua parte più remota in cui vengono tenuti prigionieri tanti altri bambini come lei all'interno di gabbie poco più grandi di un trasportino per animali. Proprio come avviene in avventure dello stesso genere come Limbo o Inside, la componente narrativa non si evolve sotto forma di testo o di voce, ma è interamente affidata alle immagini, i suoni e i luoghi che visiteremo nei panni della piccola Six. Infatti, mano mano che ci addentreremo nella struttura nel disperato tentativo di raggiungere l'uscita, scopriremo svariati dettagli sugli abitanti e i costumi di quest'ultima, facendoci strada tra i logori corridoi, sgattaiolando tra i condotti d'aria e le intercapedini, sfruttando la minuta corporatura della piccola Six, alta poco più di un Puffo e armata solo di un accendino, utile a illuminare il cammino durante le numerose sezioni completamente al buio del gioco.
Durante il primo dei cinque livelli che compongono l'avventura prendiamo confidenza con i comandi della protagonista, che può saltare, accovacciarsi, correre e afferrare oggetti. Impariamo a superare i numerosi enigmi ambientali proposti dal gioco per spianarci il cammino, sfruttando soprattutto la fisica di oggetti comuni che possono essere raccolti dalla protagonista e utilizzati come piedistalli di fortuna, utili per raggiungere superfici troppo elevate, oppure lanciati verso determinati meccanismi, come leve o pulsanti per attivare porte e passaggi. Oltre agli enigmi ambientali, elemento di gameplay alla base dell'avventura Little Nightmares, cominciano ben presto a palesarsi i primi nemici, che ci costringeranno a dare fondo alle manovre evasive e alle dinamiche stealth proposte dal titolo. Sulle prime ci troveremo a dover superare delle grosse lumache oscure, che popolano per lo più i locali di servizio dell'enorme complesso sottomarino. Questa sorta di larve color pece, che ci riportano alla mente l'immaginario di Another World, sono lente ma implacabili, capaci di avvinghiare di colpo la piccola e stritolarla nelle loro spire letali se avvicinate incautamente. La parola chiave in questo caso è quindi darsela a gambe il più in fretta possibile.
MX Video - Little Nightmares
Le cose - neppure a dirlo - cominceranno però a complicarsi quando incontreremo i custodi della struttura. Questi esseri deformi e terrificanti incarnano gli incubi infantili nella loro forma più grottesca e fungono da braccia lavoranti all'interno di The Mow. Il nostro compito sarà oltrepassarli senza metterli in allerta, sgusciando sotto sgabelli e tavoli ed utilizzando anche elementi dello scenario, come ad esempio le assi scricchiolanti del pavimento, come diversivo sonoro per guadagnare tempo utile alla fuga. Tra le fila dei custodi troviamo un essere macrocefalo bendato con gambe corte e braccia lunghissime che funge da carceriere dei bimbi rapiti all'interno della struttura The Mow, e due cuochi gemelli mostruosamente obesi, addetti alla gestione delle luride cucine. Dulcis in fundo, un esile demone di fattezze femminili senza volto, avviluppato da un elegante kimono da geisha, che gestisce il salone degli ospiti dove orripilanti e rubicondi avventori della struttura s'ingozzano con voracità inaudita di tutto il cibo che gli viene rovesciato sui tavoli.
La sensazione di angoscia che questi esseri provocano è opprimente, così come l'impotenza della piccola protagonista nei loro confronti. Spesso ci troveremo a dover raccogliere delle chiavi o a dover attivare meccanismi per aprire passaggi sbarrati, dovendo sgattaiolare nei loro pressi senza far rumore, oppure, una volta scoperti, affrontare delle manovre a tempo per fuggire a gambe levate dai nostri deformi aguzzini, e credetemi se vi dico che alcune di queste sezioni di gioco sono a dir poco angoscianti. Questo grazie soprattutto all'imponente lavoro artistico svolto dal team, con un comparto grafico mosso egregiamente dall'Unreal Engine 4 che rende tutti i modelli dei personaggi e gli ambienti solidi e credibili. Il comparto audio è invece minimale, composto per lo più di atmosfere fatte di strumenti ad arco e assillanti litanie infantili, ma che sa esplodere in brani roboanti durante le scene al cardiopalma in cui il ritmo di gioco impenna vertiginosamente.
La fitta nube di mistero che pervade l'avventura da incubo di Little Nightmares non scaturisce soltanto dalla pericolosa struttura sottomarina e i suoi immondi abitanti, ma anche dalla stessa minuta protagonista in impermeabile giallo, le cui azioni sollevano spesso qualche perplessità, specie durante i suoi improvvisi attacchi di fame, che durante l'avventura la indurranno ad addentare con insolita voracità le prime prede commestibili che si troverà davanti. Fin dalle prime battute di gioco la piccola Six ci fa provare una sensazione indefinibile, che riusciremo a spiegarci (seppure solo in parte) una volta arrivati all'epilogo del titolo, cosa che avverrà dopo circa cinque ore.
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