Recensione - Verdun
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
A differenza della Seconda Guerra Mondiale, la Prima si è svolta in un numero di battaglie tutto sommato ridotto, solo che queste sono state incredibilmente grandi e combattute. L'industria bellica era ancora agli inizi, quindi il grosso delle battaglie era combattuto con mezzi ancora piuttosto acerbi e soprattutto da tanti, tantissimi soldati che si fronteggiavano tra le trincee, morendo in centinaia per conquistare qualche metro in più. Verdun vuole mettere i giocatori proprio in questa situazione, facendoli combattere fianco a fianco in trincea con armi piuttosto rudimentali e con la morte che può arrivare in ogni momento.Verdun non perde molto tempo con la storia, se non ricordandoci qualche breve nozione sulla Prima Guerra Mondiale per darci un minimo di contesto storico. Per il resto, dopo un breve tutorial che spiega come funzionano le trincee e come fare per conquistarle, possiamo scegliere una modalità e buttarci nell'online. Sì, perchè Verdun un gioco principalmente multiplayer, con una sola modalità giocabile offline: Difesa del plotone, una specie di modalità Orda giocabile anche online dove da soli o accompagnati dai nostri compagni dobbiamo difenderci da ondate sempre più numerose di soldati. Ma non corriamo troppo e vediamo come si gioca questo sparatutto della Prima Guerra Mondiale che punta sui combattimenti realistici.
In primis, scordatevi la frenesia di titoli alla Call of Duty. Il titolo di M2H è caratterizzato da movimenti lenti, poche armi per volta, letali (quasi tutte capaci di uccidere chiunque con un singolo colpo in pressoché ogni parte del colpo) ma imprecise, e combattimenti ridotti a letali incontri col nemico da una trincea all'altra, senza veicoli o altre diavolerie. Non si corre all'impazzata ma puntando a obiettivi che possono variare in base alla modalità: troviamo Linee del Fronte dove ci si alterna rapidamente tra il dover attaccare o difendere una trincea, Scontro Mortale con Fucile che altro non è che un deathmatch a base di soli fucili e Logoramento, dove la battaglia si svolge con vite limitate, con un sistema simile a Battlefield.
MX Video - Verdun
Ed a proposito della saga di DICE: chi ha giocato a Battlefield 1 ritroverà anche qui diversi elementi di gioco che hanno reso l'ultimo capitolo della saga piuttosto memorabile e "old school". Parliamo per esempio del fatto che tante armi hanno la baionetta incorporata, utilissima visto che molte battaglie si svolgono in spazi strettissimi con tanto di armi imprecise che possono mancare il bersaglio anche da pochi passi. Ma troviamo anche la possibilità di usare il gas nervino e di doversi difendere da esso con la maschera antigas, che limita visibilità e precisione. Troviamo però anche accessori più classici e letali come granate o lanciafiamme, da guadagnare sul campo con il proprio squadrone.
Sempre similmente a Battlefield, il gioco vede combattere gruppi di 4 giocatori, in questo caso con ruoli diversi tra loro (cecchino, assalto, e così via), che oltre a dover lottare per la propria fazione dovranno anche cercare di ottenere buoni risultati personali. Il motivo? Per poter guadagnare punti di sblocco che daranno accesso ad armi sempre più potenti nel corso della partita, in un sistema non troppo diverso dai MOBA dove ci si potenzia a partita in corso. Qui però contano anche le performance globali del team, quindi si deve seguire il proprio comandante che indicherà luoghi da attaccare e difendere, dove fare fuoco di copertura e così via. Naturalmente anche i semplici soldati potranno chiedere aiuto o cambiamenti di equipaggiamento, ma le loro richieste passano prima dal comandante che può decidere di negarle.
Il gioco offre una notevole varietà di armi da sbloccare man mano in battaglia, ed anche qui c'è un sistema di livelli ma è più una questione di valore che di vantaggi sul campo di battaglia, mettendo così i giocatori allo stesso livello quando comincia la lotta. Ovviamente, come tutti i giochi prevalentemente multiplayer, Verdun vive e muore grazie all'attività nei server, e al momento è sfortunatamente difficile trovare più di qualche centinaio di giocatori per volta; un bel problema per un titolo multigiocatore. Infine Verdun è tradotto in italiano, anche se in maniera molto approssimativa: diverse parti sono state lasciate in inglese, e molte altre sembrano fatte con qualche traduttore online, talmente risultano sgrammaticate e imprecise. Nulla di eccessivamente grave o incomprensibile, comunque.
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