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Tony Hawk's Pro Skater 5
copertina

Recensione - Tony Hawk's Pro Skater 5Xbox One Xbox 360Game

Tony Hawk è un’ icona del mondo dello skateboard, una vera e propria leggenda vivente e lo stesso sì può dire dei giochi a lui dedicati, con una serie che fin dall'inizio si pose l’obiettivo di intrattenere e divertire i giocatori con punteggi e combo assurdi, ma che negli ultimi anni ha subito un forte calo qualitativo e di popolarità a causa di vari fattori. Ora molti speravano in Tony Hawk's Pro Skater 5 come il titolo del riscatto, capace di riportare in auge i fasti di un tempo: sarà stato così?

Il Gioco

Se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, chiunque abbia appreso che, a pochi mesi dal lancio, Robomodo decise improvvisamente di adottare la grafica in cel shading per Tony Hawk's Pro Skater 5 invece di quella mostrata fino a quel momento, deve aver sentito puzza di bruciato: una scelta così radicale e repentina doveva per forza di cose nascondere qualche magagna, ed è con un certo sospetto che mi sono quindi approcciato al gioco. E' bastato un primo avvio del titolo per notare alcuni particolari inquietanti: la prima patch pesava praticamente più dello spazio d'installazione del gioco, un segno inequivocabile che ci fosse qualcosa che non andava. Una volta installato l’ aggiornamento eccomi di fronte al classico logo Activision e, udite udite, nemmeno la rotazione di un semplice logo scorre liscia, mettendo già in crisi il gioco: l’audio salta, l’immagine scatta e i miei peggiori incubi, da grande fan della serie di Tony Hawk, si materializzano sempre più...

Avviato il gioco mi son trovato di fronte ad un menu scarno, povero di modalità e con le opzioni disponibili al minimo sindacale. La cosiddetta carriera cerca di ripercorrere quella dei primi quattro capitoli, offrendoci una sequenza di livelli senza nessun collante tra di loro, alcuni dei quali cercano di ricalcare, o forse è meglio dire scimmiottare, alcuni vecchi stages come School o Warehouse. Come da tradizione abbiamo vari obiettivi da conseguire, divisi in due macrocategorie: non abbiamo più il countdown di 2 minuti in cui ottenere il maggior numero di obiettivi, ma possiamo invece raggiungerne alcuni in free skate, quindi senza alcun limite di tempo, per poi ottenere gli altri affrontandoli uno ad uno attraverso le icone sparse nei livelli. Icone che però hanno alcuni problemi ad essere attivate e che, almeno nel mio caso, mi hanno costretto ad ignorarle per richiamare le varie missioni direttamente dall’ apposito menu.

Un’ altra complicazione da questo punto di vista è che, nel corso dei vari livelli, spesso le sfide disponibili sono le medesime, differenziandosi davvero di poco tra loro. Durante ogni partita non siamo soli, ma abbiamo la gradita compagnia di altri giocatori che possono cimentarsi nelle sfide con noi, oppure dedicarsi a farsi gli affari propri senza curarsi della nostra presenza. Questa forte integrazione online era sbandierata come vero e proprio punto di forza del gioco, peccato che alla fine si rivela di una povertà pari al resto del gioco.

Come se la situazione non fosse già abbastanza critica, quei furbacchioni di Robomodo hanno ben pensato di modificare anche parti del gameplay e, visto come sono andate le modifiche illustrate sinora, c’è da stare seduti. La prima importante modifica è l’introduzione di una nuova mossa: lo Slam. Questo altro non è che un volo in picchiata capace di farci avviare automaticamente un grind se compiuto in corrispondenza di una superficie adatta a farlo. Fin qui nulla di male, peccato però che qualche geniale programmatore abbia deciso di affidare lo Slam al tasto Y, lo stesso che serve per attivare il Grind… ne consegue un bel casino, visto che in molte occasioni mi è capitato di fare uno stramaledetto Slam sul nulla, quando io volevo semplicemente iniziare un grind. Una trovata insensata che obbliga il giocatore a ricalcolare il tempismo della pressione dei tasti per ovviare a questa incomprensibile scelta di game design. Altra modifica illuminata è quella riservata alle Special, da sempre punto focale dell’ intera esperienza. Negli scorsi giochi ad ogni skater era possibile impostare tutte le special a nostro piacimento, sbloccando la mossa ed il relativo slot. In Tony Hawk's Pro Skater 5 è stato tutto stravolto e, guarda caso, peggiorato. Ora ognuno dei pochi skater disponibili ha il suo parco Special preimpostato, e per utilizzarle bisogna caricare il relativo indicatore come da tradizione. Peccato però che la momento di eseguirle riceverete una gran brutta sorpresa: non è più necessario compiere una combinazione di tasti, ma una volta attivato l’indicatore ogni singolo trick diventerà automaticamente una Special, rendendole quasi un problema, un vero fastidio in grado anche di portarci a interrompere una combo mitologica. Inoltre questa saggia scelta preclude la possibilità di collegare un normale fliptrick ad esempio, ad una special grab, obbligando il giocatore ad eseguirne una sola per volta, sempre.

Altra caduta di stile rispetto al passato è l’editor del nostro personaggio. Non possiamo più crearlo liberamente, ma possiamo solo comporre il nostro alter ego utilizzando le parti pre-impostate divise in sole tre categorie: testa, corpo e tavola. Queste parti vanno sbloccate proseguendo nel gioco e ottenendo determinati obiettivi, e ci consentono di creare strambi personaggi, ma sono nulla se paragonate ai normalissimi editor che da sempre la serie ci ha proposto.

Oltre a tutti questi disastri il bilanciamento del gameplay è stato globalmente semplificato: è difficilissimo cadere durante un grind od un manual, anche con le statistiche al minimo, appiattendo di molto la difficoltà e smorzando la bravura di ogni giocatore; basta vedere i punteggi di decine di milioni dei primi in classifica per rendersi conto che, anche in questo caso, c’è qualcosa che non va.

Dopo tutta questa sequenza di psicodrammi videoludici ci sarà qualcosa di buono? Beh, si, qualcosina c’è, come l’ editor di skatepark, una funzione carina, realizzata decentemente e che ci permette di creare il nostro assurdo skatepark dei sogni o scaricare quelli condivisi dagli altri giocatori. Anche la colonna sonora riesce a difendersi, risultando orecchiabile, ma comunque distante anni luce dalle OST dei vecchi episodi. Vi chiedete se ci sono altri aspetti positivi? Direi di sì, la copertina non è malaccio...

Amore

Brevi sprazzi di THPS

- Durante qualche mega combo assurda in perfetto stile THPS, ho avuto la sensazione di giocare a quei vecchi giochi che ho letteralmente adorato, ma è una sensazione purtroppo breve ed effimera, destinata a sparire in pochi istanti.

Crea il tuo Skatepark

- Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma nella desolazione generale è una delle pochissime cose che si salva. Le parti a disposizione sono in buona quantità e le possibilità creative sono parecchie, peccato solo che dopo aver creato un bello skatepark dovrete pure giocarci, e lì arriveranno i problemi.

Odio

Robomodo

- Sino a Proving Ground la serie Tony Hawk’s era nelle sapienti ed appassionate mani di Neversoft, un team che si era dedicato anima e corpo a questa serie ottenendo risultati di assoluta eccellenza. Poi arrivò Ride, seguito da Shred, seguito dal remake Live Arcade del primo THPS ed ora da THPS5. Ognuno di questi giochi ha rappresentato una pugnalata al cuore dei fan, a partire da periferiche inutili passando per concept di gioco totalmente sbagliati, arrivando infine a fallire anche nel riproporre un banale remake. Tutti questi disastri hanno un solo filo conduttore oltre al nome del povero Tony: Robomodo. L’incapacità di questo team è ormai chiara come il sole: riuscire ad affossare un titolo che si posizionava in cima alla classifica di Metacritic, cacciandolo giù in fondo non è un’ impresa da poco e Robomodo ci è riuscito. Ora, per favore, dedicatevi ad altro… ma possibilmente non altre serie amate dai fan.

Tecnicamente vergognoso

- Come ho già scritto l’adozione del cel shading a soli due mesi dal lancio è stata una mossa che non avevo mai visto, un estremo tentativo di mascherare un impatto tecnico generale semplicemente vergognoso. Questa scelta porta comunque qualche frutto, riuscendo a nascondere qualche problema che sarebbe stato certamente più visibile con uno stile grafico realistico, ma questo non salva il gioco. La povertà degli schermi è disarmante, oltre agli altri skater collegati non ho visto nessun altro, nessun passante, nessuno spettatore, niente di niente che non siano rampe, rail o altro. Un vero e proprio deserto indegno delle console di questa generazione, ma probabilmente anche della scorsa. Non credo di esagerare dicendo che un gioco come Project 8, uscito anni fa, sia nettamente meglio da ogni punto di vista di questo Tony Hawk's Pro Skater 5, peccato solo che nel frattempo sono trascorsi una decina d’ anni. Ovviamente non si salva nemmeno il frame-rate, che stenta in moltissime occasioni nonostante su schermo giri il nulla o quasi.

Level design pietoso

- Mettere un discreto editor per creare il proprio skatepark è una bella cosa, ma non è certo una scusa per rendere gli stages principali completamente privi di personalità, piccoli, brutti e con pochissime sorprese. Più di una volta mi sono sentito di utilizzare una mappa creata da altri utenti piuttosto che da un team di programmatori capaci.

Gameplay semplificato e peggiorato

- Ridursi a voler cadere apposta è una cosa che mai avrei pensato di dover fare in un gioco dedicato a Tony Hawk; i grind ed i manual sono di una semplicità imbarazzante ed è quasi impossibile cadere durante queste manovre, lasciando il brivido dell’errore solo nei salti nelle vert. La nuova impostazione delle Special è semplicemente sbagliata e riesce a diventare una complicazione piuttosto che quel momento in cui mostrare di cosa si è capaci, e lo stramaledetto Slam è un vero e proprio abominio, inutile e fastidioso. Inoltre sono stati persi nel nulla sia il Backflip che il Frontflip. Un disastro.

Bug e glitch

- Poteva mancare anche questo al quadro complessivo? Ma certo che no, Robomodo non ha voluto farci mancare nulla. Personaggi incastrati nelle rampe oppure catapultati nell’ atmosfera senza cause apparenti, o ancore icone che si rifiutano di rispondere ai comandi. Si spera che qualche patch sistemi questi difetti, ma anche se dovessero correggerli tutti, e non succederà mai e poi mai, il gioco rimarrà comunque gravemente compromesso da scelte di game design e level design assolutamente scriteriate.

Online problematico

- Prima del lancio la forte integrazione online del gioco, capace di mettere 20 giocatori nella stessa partita, era spinta dal marketing come un vero e proprio game changer, peccato poi scontrarsi con la realtà; ogni volta che ho provato a compiere missioni in cooperativa, nonostante la presenza di altri skater mi sono sempre trovato impossibilitato ad avviare una qualsiasi sessione co-op. Avviando una vera e propria sessione online invece mi sono regolarmente trovato da solo, senza che nessuno entrasse mai in partita prima dello scadere del countdown. Riassumendo mi son trovato in compagnia durante le partite in solitaria - anche se spesso l’attività principale degli altri giocatori era quella di entrare ed uscire dalle partite a ripetizione - ed in totale solitudine nelle sessioni online, tutto perfetto direi.

Neanche il menu di pausa...

- Ogni maniaco di THPS sa benissimo quanto sia importante la voce “riprova” nel menu di pausa; sin dall’inizio questa voce è stata la prima o la seconda, permettendo quindi al giocatore di riavviare immediatamente una sfida con un procedimento automatico e praticamente istantaneo. Ora invece questa voce è in mezzo ad altre inutilissime opzioni, tra cui la perla del superfluo rappresentata dalla mappa dello stage, complicando la vita ai giocatori. Non riuscire a copiare un menu è davvero da record mondiale dell’ incapacità.

Caricamenti ovunque

- Siamo in un’era in cui abbiamo dei giochi enormi capaci di offrirci un’ esperienza fluida senza alcun caricamento, ma Tony Hawk's Pro Skater 5 è l’ esatto opposto con livelli piccoli e scarni che richiedono una quantità infinita di piccoli caricamenti capaci di spezzare le gambe anche al più tenace appassionato. Comincio a credere che l’abbiano fatto apposta: le porte del primo Resident Evil erano meno fastidiose.

Tiriamo le somme

Tony Hawk's Pro Skater 5 è la drammatica conclusione di un brand che ha fatto la storia dei videogiochi, ma che ora non è nemmeno l’ombra di sé stesso. Il lavoro di distruzione svolto dalla premiata ditta Activision - Robomodo ha devastato un marchio storico della nostra industria, rendendolo una patetica macchietta che nessuno vorrà ricordare. Tutto ciò che questa serie aveva di buono è stato spazzato via da anni di concept sbagliati e realizzati ancora peggio. Non riuscire nemmeno a ripercorrere le chiare impronte lasciate dai compianti Neversoft è gravissimo e voler pubblicare questo gioco, per giunta a prezzo standard, è semplicemente da pazzi. Da amante viscerale di tutta la serie ammetto che per qualche istante ho rivissuto dei bei momenti, ma è davvero una questione di pochi secondi e questo non mi permette di consigliare il gioco nemmeno al più appassionato dei fan. In casi come questo è giusto boicottare un titolo creato senza amore, senza rispetto per chi per anni ha speso i propri soldi per la passione verso un gioco.
2.0

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