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The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited
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Recensione - The Elder Scrolls Online: Tamriel UnlimitedXbox OneGame

All’annuncio di un titolo MMORPG basato sulla serie The Elder Scrolls c’è hi ha storto il naso temendo un passo falso sotto diversi aspetti e chi ha stappato lo champagne pregustando la possibilità di perdersinelle atmosfere della saga Bethesda a tempo indefinito. Ora, con l’arrivo di The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited su console, è giunto il momento di vedere quale delle due correnti abbia il sostegno della realtà dei fatti: continuate a leggere!

Il Gioco

Per poter aver successo bisogna investire, osare e per farlo è necessario avere un patrimonio di partenza. In ambito videoludico spesso il patrimonio può essere inserito all’interno di due categorie: una buona idea di base o un nome forte. Titoli praticamente sconosciuti sono arrivati al successo grazie all’introduzione di idee nuove, se non rivoluzionarie. Altri marchi più blasonati invece hanno spesso usato il peso della loro fama per attirare i giocatori. Nel caso di un MMORPG (per i profani: Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) si sono visti entrambi i casi. Il signore indiscusso del momento, World of Warcrat ha puntato sulla forza del suo universo e sul fatto che è stato il primo a fare le cose così in grande e sfondare nel mercato di massa. Da quel momento in poi si sono succeduti una serie di tentativi più o meno riusciti che si basavano a volte su idee nuove o concorrenziali - Guild Wars 2 non richiede nessun abbonamento mensile - e a volte sulla forza di un nome, come nel caso di EA che per l’occasione ha puntato prima su Warhammer e poi su Star Wars. Inutile dire che, vent’anni dopo la sua nascita, The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited è arrivato sul mercato degli MMORPG puntando sull’immenso patrimonio narrativo accumulato, tanto che durante il suo cammino fino agli scaffali sono stati degli errori riguardo altri aspetti, indice di una certa inesperienza nel settori: su tutti l’iniziale scelta di appoggiarsi ad un abbonamento mensile, cosa accolta in maniera assolutamente negativa dai giocatori su console e per questo velocemente accantonata. Infine il rinvio di sei mesi dell’uscita rispetto alla versione PC ha smorzato l’impatto che poteva avere l’arrivo di un MMORPG su console.

Detto questo, è tempo di vedere se alla fine della fiera The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited abbia qualcosa da dire ai tanti che lo hanno aspettato o che sono interessati dall’idea di un MMORPG su console e/o nelle terre di Tamriel. Come si diceva prima, The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, non è sviluppato da Bethesda ma da uno studio dedicato: Zenimax Online Studios. Consapevoli del potenziale narrativo offerto dalla saga gli sviluppatori hanno puntato molto sulla trama, ottenendo di fatto una delle storie più interessanti in ambito MMORPG e, che almeno nell’idea di partenza, non avrebbe sfigurato affatto anche in un episodio canonico della serie.
Ambientato secoli e secoli prima degli episodi single player, The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited ci mette nei panni di un poveraccio a cui è stata rubata l’anima e le sue spoglie sono state sbattute nella prigione di Molag Bal, uno dei principi daedrici. Probabilmente il peggiore. Con l’intenzione di unire il suo mondo a quello di Tamriel, il malefico essere ha lanciato delle ancore, per così dire, che attraverso le dimensioni si agganciano al suolo di Tamriel con l’idea di trascinarlo verso il suo regno. Un senso tutto nuovo al termine: conquista territoriale. Per fare tutto questo, però, Molag ha chiesto l’aiuto di un suo servitore, il negromante Mannimarco (oh! Ma chi si rivede!). Mannimarco prima di accelerare a spron battuto i piani daedrici tradisce il gruppo di compagni con cui era alla ricerca della leggenda del Sangue di Drago, una premessa che avrà delle forti ripercussioni per il personaggio che si andrà ad interpretare. Ovviamente il tutto avviene mentre il mondo è in guerra, diviso in tre frazioni fra le quali, al momento di iniziare, il giocatore dovrà decidere con chi stare.

A proposito di nuovi inizi… oltre a rispettare la tradizione aprendo le danze da una prigione, anche l’editor del personaggio e le vaste possibilità di personalizzazione hanno un loro posto in The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited. Le classi disponibili si fermano a quattro, una pochezza di fatto irrilevante visto che il sistema di crescita del personaggio permette di plasmare il proprio avatar in modo totalmente indipendente dalla scelta iniziale. Ogni volta che si sale di livello, infatti, si ottiene un punto da distribuire fra Salute, Stamina e Magika, ed un altro punto con cui sbloccare o potenziare delle abilità legate a diverse macro capacità. Esempio: usare per diverso tempo due armi aumenta il proprio punteggio in quella categoria, così che una volta ottenuto un punto esperienza è possibile spenderlo per lanciare delle mosse con le due spade. Se invece si predilige l’arco, tali mosse non saranno accessibili ma bisognerà scegliere fra quelle che fanno parte del tiro a distanza. All’inizio può essere un po’ spaesante, anche se non è affatto lontano dai meccanismi visti in iterazioni più recenti della serie, come Skyrim ad esempio.

Quello che si va a sbloccare fa parte, come da tradizione dei giochi di ruolo, di due generi: abilità attive o passive. Nel primo caso le mosse ottenute possono essere assegnate ai pulsanti del pad a nostra discrezione, cosa che dovrebbe calmare gli animi di chi considera le periferiche delle console come il maggiore scoglio per l’arrivo di giochi del genere. Da questo punto di vista, infatti, il lavoro fatto è più che discreto. Il controller viene utilizzato praticamente in ogni suo tasto permettendo uno stile di gioco fluido. Una buona organizzazione dei tasti permette di non dover aprire spesso il menu durante le fasi di esplorazione e combattimento.

Avendo come base i giochi sviluppati da Bethesda, per The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited Zenimax Online ha pensato di prendere la formula classica della serie e adattarla alle meccaniche degli MMORPG, ottenendo a onor del vero un Elder Scrolls sì online, ma che può essere affrontato in solitaria per la maggior parte del tempo senza notare enormi differenze con predecessori quali Oblivion, Skyrim, Morrowind e via dicendo. A fare la differenza sono le istanze pubbliche (accessibili solamente oltre un certo livello) che vedono i giocatori presenti in zona collaborare per sconfiggere il boss di turno. Oltre a questo, Cyrodiil, il regno centrale del vastissimo mondo di gioco è la zona dedicata al PvP, dove le tre frazioni accennate prima - Ebonheart Pact,l Daggerfall Covenant e Aldmeri Dominion - si scontrano attraverso le lotte fra giocatori per ottenere la vittoria in campagne della durata di diverse settimane. Ovviamente la zona può essere esplorata anche alla ricerca di missioni da fare in solitaria e non è interamente ed esclusivamente dedicata alle lotte fra giocatori.

Fra le missioni disponibili, e sempre per rimanere nel solco della tradizioni, vi sono quelle derivanti dall’adesione ad una gilda. Parere personale: quelle della gilda dei maghi rimangono le più intriganti anche in questo capitolo online (con tanto di comparsata di una vecchia conoscenza daedrica che già all’epoca di Oblivion avevo apprezzato assai)

Il mondo di gioco, vero protagonista in un contesto dove tutti sono eroi, vede l’influenza esercitata dai padri della serie unirsi ad alcune idee introdotte dagli sviluppatori al lavoro su The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited. Di fatto ci si trova di fronte ad una qualità medio-alta che spesso vede nell’estensione delle terre disponibili la causa di alcuni cali di livello (che a dire il vero interessano anche la varietà delle missioni minori disponibili in giro). In linea generale lo stile è meno esotico e più aderente a canoni medievali che non a quelli fantasy, anche se alcuni scorci meritano comunque un plauso. Poi, ripeto, nel momento in cui bisogna portare a schermo svariati ettari di un mondo totalmente di fantasia, può capitare di arrivare a ripetersi, magari utilizzando più di una volta lo stesso modello con piccole variazioni di forma o colore.

Il tutto è mosso da un motore grafico che riesce a rimanere in equilibrio fra prestazioni e colpo d’occhio. Non raggiunge quanto visto in Skyrim, rimane più nell’ambito dello stile cartoonesco, ma si difende bene ed è in grado di restituire dei panorami apprezzabili.

Amore

Oh Morrowind! Oh Skyrim! Oh Tamriel!

- Ricordo ancora quando, uscito dalle prigioni imperiali attraverso le fogne con al collo l’amuleto di un imperatore appena assassinato, mi trovai sotto la volta stellate di Tamriel, con all’orizzonte la torre della capitale. Avevo appena iniziato Oblivion (e anche una generazione di console, a dirla fino in fondo) e mi pareva di sentire il vento fra l’erba. Negli anni la serie Bethesda mi ha sempre dato forti emozioni, spesso anche senza parlare ma solamente mettendomi di fronte a paesaggi o storie interrotte ricostruibili dagli oggetti o dai segni sparsi per i boschi, le grotte, i prati… Come scrivevo prima, The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited fa del nome il suo cavallo di battaglia, la sua ragione di esistere e a ragione. La possibilità di tornare a calcare il suolo di quel mondo è probabilmente il motivo che ha portato tanti ad aspettare il titolo, a provarlo in beta e, nei mesi passati, a dedicarci ore ed ore su PC. Forse, a volte, manca lo stile visto nei capitoli offline, ma rimane il fatto che posso girarmi verso il sole, iniziare a camminare e vedere cos’ha da raccontarmi quel mondo.

Controlli controllabili

- Devo ammettere che il modo di gestire il pad proposto da Zenimax Online mi ha convinto. Una volta presa confidenza con il meccanismo, perso qualche minuto di intelligente mappatura dei comandi, mi sono lasciato coinvolgere in scontri all’ultimo sangue scoprendo con piacere di poter concatenare mosse più o meno devastanti senza perdere la testa. Anche l’inventario di gioco (nonostante qualche difetto, soprattutto nello spazio a disposizione) offre una divisione facilmente comprensibile e assimilabile, dividendo gli oggetti in base all’uso piuttosto che alla categoria (non c’è una divisione: spade, asce, arco… ma mano principale, mano secondaria).

Sto diventando grande!

- C’è sempre soddisfazione, nei giochi di ruolo, quando si vince una battaglia e si ottiene un lauto bottino. The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited non è da meno. Il sistema di crescita del personaggio, oltre ai vari oggetti che si creano, trovano, comprano, mi ha trasmesso la tipica, appagante sensazione di diventare sempre più forte. Avete presente quando dopo ore di gioco ripensate a com’eravate all’inizio pensando “che schiappa che ero”? Ecco, se vi succede significa che il gioco funziona in quell’aspetto perché vi trasferisce la sensazione di aver faticato per uno scopo. The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited funziona anche se, forse, a volte un pelino troppo lentamente, ma pazienza: nessuno si aspetta di passare meno di 80 ore in un Elder Scrolls.

Odio

Lei annoia la platea, signore!

- The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited è completamente in inglese, un aspetto che potrebbe essere un ostacolo insormontabile per molti. C’è però da dire che ogni singola missione è doppiata, e non obbliga il giocatore a leggere dei papiri. Però, se ogni tanto chi ci affida una missione fosse un po’ meno generoso con i dettagli… Mi è capitato in più occasioni di capire fin dall’inizio il tipo di missione e seguire il resto della ramanzina con palpebra calante perché, alla fine fine, in un gioco fantasy sono sempre quelle le motivazioni e le tematiche usate nei discorsi dei personaggi: recuperami la cosa magica, pericolo, nemico ladro; oppure aiutami, creatura pericolosa, tu eroe… si, capito. Una volta ogni tanto un: “vedi quello? Uccidilo, prendi i soldi e salutami” sarebbe comunque gradito. Il corrispettivo fantasy del montare su un taxi e dire: “Segua quella macchina!”

Spade di pixel

- Se prima ho espresso apprezzamento per il modo in cui viene gestito il pad e quindi il combattimento, la stessa cosa non posso dirla per il feedback che restituisce. Un conto è riuscire con facilità a concatenare diverse mosse, un altro è rimanere appagati da come queste colpiscono il nemico. The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited non riesce quasi mai a dare giustizia agli scontri all’arma bianca, manca di fisicità.

Di Logout in Logout

- Il gioco, purtroppo, presenta ancora diversi bug e problemi capaci di fermare il gioco. Mi è successo più volte di non poter completare la missione perché la persona con cui dovevo parlare non era visibile. Arrivato sul posto vedevo il comando da premere ma non la persona e il dialogo, ovviamente, non partiva. Quando questo mi è capitato alla fine di un dungeon, e non si è risolto nemmeno uscendo dal gioco e rientrando, mi prudevano le mani e la tentazione di salutare Tamriel per andare in altri posti di villeggiatura è stata molto, molto forte.

Questa grotta non è un albergo!

- Ho un problema con i giochi online pieni di gente: sono pieni di gente. La gente fa casino. La gente ammazza l’atmosfera. Entri in una grotta dove ci sono dei banditi, ti accucci, estrai piano piano l’arco e ti prepari ad un silenzioso massacro dalle ombre. All’improvviso nella stessa grotta entrano altri cinque eroi, sparano palle di fuoco, ballano, saltano, si frugano nella sacca (alcuni anche in senso figurato). Tutta l’atmosfera si perde, diventa solo una baraonda, un circo che trasforma l’avventura in cagnara, l’epico in farsa. The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited soffre di questa cosa in due modi diversi. Con il metodo del phasing, per cui solo i giocatori interessati da una certa cosa la vedono, ho visto gente combattere contro l’aria o, di contro, io mi sono trovato a battagliare su spiagge piene di avatar ignari della cosa, che si facevano gli affari loro. L’altro metodo, invece, quello che si vede nei dungeon pubblici fa sì che tutti, vedendo la stessa cosa, possano colpirla. Al che, quando venivo mandato in missione contro un qualche essere, spesso e volentieri arrivavo solo per vederlo vittima di un’orgetta all’arma bianca. A quel punto mi bastava avvicinarmi, raccogliere il bottino e andare via.

Tiriamo le somme

The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited ha fatto un tentativo, anzi ne ha fatti due: portare il genere MMORPG in grande stile su console di nuova generazione e dare un nuovo corso alla saga delle antiche pergamene. Il tutto mentre il team di sviluppo cercava di ottenere un titolo apprezzabile anche dai profani del genere. Questo ha dato vita ad un'opera che, al netto dei problemi di gioco (probabilmente risolvibili con patch ormai canoniche), non riesce ad essere un vero esemplare di nessuna delle due idee. Non è un MMORPG in tutti i sensi, apparendo molto spesso più incentrato sulla possibilità di giocarselo tutto da soli, ma allo stesso tempo non è un capitolo della saga tanto amata. Quindi The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited, pur non eccellendo né infangando o rompendo nulla, rimane un titolo non completamente soddisfacente né per gli amanti degli MMO, né per i fan della serie The Elder Scrolls.
7.5

Recensione realizzata grazie al supporto di Bethesda e Xbox.


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L'autore

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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