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NBA 2K15
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Recensione - NBA 2K15Xbox One Xbox 360Game

Come ogni anno, puntuale come un orologio è giunto l’appuntamento con la nuova edizione della simulazione di basket per eccellenza: NBA 2K15. Anche quest’anno 2K ha inserito moltissime novità, alcune grosse, altre meno vistose ma ugualmente importanti, ed è intervenuta cercando di limare le imperfezioni che ancora affliggevanola serie. Se volete scoprire com’è andata, continuate a leggere la nostra recensione!

Il Gioco

Arriva l’autunno, cadono le foglie e ricomincia finalmente la stagione del gioco più bello del mondo: il basket. In concomitanza del lieto evento, o meglio un mese prima dell’inizio della stagione regolare, i ragazzi di 2K rilasciano un nuovo capitolo della serie cestistica per eccellenza. Quest’anno NBA 2K15 ha le potenzialità per segnare un nuovo picco nella storia delle simulazioni virtuali di basket, con una serie di nuove features e migliorando e integrando le opzioni e modalità già disponibili nelle passate edizioni. E, per quel che riguarda le nuove console, l’esperienza è ora completa. La prima novità, anche se solo di contorno, è data dall’atleta di copertina: Lebron James lascia spazio a Kevin Durant, nuovo cover-man di questa edizione.

E’ possibile ammirare la prima novità appena avviato il gioco: durante la configurazione iniziale del My Player infatti, ci viene data la possibilità di acquisire il nostro viso reale, attraverso Kinect. Con un po’ di pazienza il risultato è abbastanza soddisfacente, anche se non esente da problemi. A proposito del My Player, in NBA 2K15 è stato completamente rivisto lo sviluppo del proprio giocatore. Ora non è più possibile diventare dei maestri di tutto ma occorre concentrarsi su una fra le sei strade possibili. Il risultato si nota soprattutto online, dove non è più possibile vedere super team di giocatori tutti uguali, ma ogni giocatore dovrà amalgamarsi con gli altri compagni di squadra e ricavarsi un ruolo che è solo il suo. Altra novità introdotta nel My Player è la nuova storyline del nostro giocatore. Non più la solita partita fra rookies e seguente il draft: questa volta il nostro alter-ego viene scartato ancor prima di giocare. Attraverso questa scelta “narrativa”, ci viene offerto un contratto di dieci giorni in una squadra a nostra scelta fra un discreto numero. Naturalmente, a seconda del blasone della squadra, occorre ottenere un determinato voto nella partitella di valutazione, per avere l’opportunità di firmare il contratto di prova. Una volta che il nostro alter-ego virtuale sarà diventato abbastanza competitivo, sarà la volta di cimentarsi nel My Park, la modalità esclusivamente online introdotta con la scorsa edizione, che ci permette di partecipare a incontro di street basket con e contro altri giocatori, in una serie di playground a diversa capienza. Quest’anno, oltre ai playground a cui accennavo poco fa, è stato introdotto il Jordan Center, che permette di giocare 5vs5 con le regole NBA. Altra novità introdotta nel My Park riguarda l’opportunità di unirsi a una delle tre comunità “di strada”, accaparrandosene i bonus peculiari che possiede ognuna delle tre: gli Old Town Flyers hanno come caratteristica principale le abilità in velocità e di attacco, i Rivet City Rough invece concentrano i bonus sulle abilità difensive, mentre i Sunset Beach Ballers si incentrano su precisione, passaggi e tiri dall’arco.

A proposito di online, nel momento in cui scrivo è stata da poco rilasciata la patch che ha sistemato i problemi con il multiplayer online che affliggevano NBA 2K15 sin dal day one. È ancora presente un certo lag a sprazzi, però le disconnessioni random sembrano essere sparite del tutto. Sempre a proposito di multiplayer online, attraverso l’onnipresente NBA TODAY è possibile calarsi in un multiplayer mordi e fuggi, ricco di modalità: Partita veloce, Alleanza All-Star, Leghe online. La novità di quest’anno è rappresentata dalla modalità “Alleanza All-Star”, ri-edizione della modalità Alleanza introdotta lo scorso anno. Quest’anno è possibile scegliere un giocatore fra le All-Star e scendere in campo nei suoi panni.

In NBA 2K15 torna l’Associazione offline, rinominata per l’occasione in Franchigia. La differenza con la vecchia edizione è “solo” il fatto che da quest’anno è possibile portare avanti il proprio team per ben 80 (OTTANTA) stagioni. Anche il My Team ha subito un restyling notevole, andando ad assomigliare ancor di più a quello che è l’Ultimate Team per la serie FIFA. E’ stato introdotto da quest’anno il nuovo sistema di aste, tramite il quale è possibile acquistare e vendere i giocatori senza affidarsi al caso con le bustine. All’interno dalla modalità, sono presenti diverse sotto-modalità tramite le quali poter utilizzare il nostro fantasy team. Nel Dominio siamo chiamati a scalare un tabellone alla “Mortal Kombat”, ordinato in base al ranking potenziale delle squadre nella reale stagione entrante. Le sfide invece, lo dice la parola stessa, ci mettono di fronte a una sessantina di prove a difficoltà crescente e dalle caratteristiche più disparate. E’ anche presente una sezione con le partite settimanali, che verrà aggiornata settimanalmente non appena inizierà la stagione regolare di NBA. Le ultime due modalità “La strada per i playoff”, ovvero la stagione classica, e “Gioca con amici” non hanno bisogno di ulteriori approfondimenti.

Novità dell’anno scorso e riproposta con qualche miglioramento quest’anno, è la modalità My GM. Con questa modalità impersoniamo il General Manager di una franchigia e siamo chiamati a gestire TUTTI, e dico TUTTI, gli aspetti manageriali: dalla gestione dello spogliatoio alla costruzione della squadra; dalla decisione dei prezzi dei biglietti fino addirittura all’ampliamento del palazzetto. Oltre al Simcast, che ci permette di osservare la simulazione della partita in tempo reale, studiare approfonditamente il suo sviluppo attraverso le statistiche e interrompere la simulazione in qualsiasi momento per operare gli opportuni aggiustamenti tattici, in NBA 2K15 viene ampliata la componente sociale del gioco. Non sto parlando dell’interazione con i social network, ma del fatto che è stato introdotto un numero imprecisato di dialoghi con le loro relative opzioni e reazioni da parte di tutti i personaggi con cui abbiamo a che fare durante la partita.

E’ poi possibile effettuare l’acquisto tramite la VC di alcune opzioni speciali che permettono di poter risolvere i dialoghi e le situazioni più spinose, come la trattativa sul contratto di un giocatore, a nostro vantaggio e con semplicità. Mi lascia un po’ perplesso il fatto che la gestione del match non sia un compito da General Manager quanto da Coach, però non biasimo gli sviluppatori che cercano di fare in modo che il giocatore si annoi il meno possibile (cosa che accadrebbe in tempo zero, se la gestione della franchigia fosse unicamente economico/organizzativa). Le opzioni però sono sterminate e possiamo veramente sbizzarrirci con ogni dettaglio possibile.

La più grossa novità a mio avviso riguarda però il gameplay: è stato totalmente rivisto il sistema di tiro. Il vecchio “tempo di rilascio” è stato ora affiancato da un indicatore simile a quello della potenza che è presente nei giochi di calcio, che ci permette di capire meglio qual è il tempismo giusto per avere le maggiori possibilità di fare andare a segno il tiro. Menzione particolare inoltre all’ultima novità che NBA 2K15 inserisce quest’anno: a sostituire la schermata di caricamento prima delle partite c’è un breve pre-show condotto dagli alter-ego virtuali di Ernie Johnson e Shaquille O’Neal direttamente da “Inside the NBA”, che ci allietano con battute esilaranti e qualche curiosità sulla partita (a patto di masticare abbastanza bene l’inglese).

Amore

Finalmente la barra della potenza di tiro

- Il tempismo di tiro è stata un’invenzione piuttosto rivoluzionaria. Rappresentava la simulazione pura, ogni giocatore ha il suo tempo di rilascio del tasto tiro, anche se a volte la questione sembrava dominata dal caso, soprattutto quando si sceglieva qualche squadra diversa da quelle a cui eravamo abituati. Da quest’anno invece, 2K ha preferito raggiungere un compromesso: il tempismo di tiro rimane, ma viene affiancato da una comoda “barra della potenza”, se così possiamo definirla. Una linea verticale circondata da due ombreggiature blu sancisce il giusto tempo di pressione affinché il tiro abbia le migliori possibilità per andare a segno. Sicuramente un’ottima notizia per i neofiti, che ora possono imparare più velocemente quali sono i ritmi giusti per diventare professionisti di NBA 2K15.

Basta supergiocatori-fotocopia

- Finalmente, con NBA 2K15 è stata data una svolta allo sviluppo del giocatore: ora le abilità non sono più sviluppabili singolarmente ma sono suddivise in sei macro-classi di sviluppo: tiro in sospensione, realizzatore da dentro, atleta, playmaker, rimbalzista e difensore. Acquistare un livello di difficoltà di una di queste classi significa sviluppare determinate abilità di un numero fisso di punti. Il numero totale dei miglioramenti disponibili è 120, però il numero massimo sbloccabile è di circa 70 unità. Come risultato, il giocatore è obbligato per forza a scegliere una “strada” ben precisa di sviluppo del proprio alter-ego, come avviene nella realtà: i casi in cui un giocatore sia bravo in tutto sono veramente sporadici. La conseguenza è che il gioco è più equilibrato e nelle partite online occorre costruire un team più realistico per aver ragione di avversari molto organizzati. Nelle passate edizioni invece, capitava molto spesso di affrontare super-team di giocatori tutti fortissimi in tutto, con caratteristiche molto simili l’uno con l’altro.

Tanti miglioramenti senza stravolgimenti

- NBA 2K15 racchiude tanti miglioramenti e sviluppi di modalità che nel capitolo precedente (parlando di next-gen) erano mancanti o incomplete. Ritorna finalmente la Franchigia, con la possibilità di proseguire la carriera per ben ottanta stagioni (che poi, personalmente non sono mai arrivato oltre l’all-star game della prima, visto che mi piace giocare partite integrali da 12 minuti a quarto). Nonostante gli aggiustamenti a tutti questi aspetti, il gioco rimane sempre quello che abbiamo tanto amato in questi anni. Nell’attesa di vedere se NBA Live sia riuscito quantomeno a eliminare i difetti dello scorso capitolo, NBA 2K15 rimane di certo il miglior titolo di basket sulla piazza.

Il pre-show con Shaq ed Ernie

- Intendiamoci, non influisce per nulla sulle modalità e il gameplay, ma l’aver inserito il pre-show di Ernie Johnson e Shaq al posto delle schermate di caricamento delle partite è stato un vero tocco di genio. I due co-conduttori dello show di TNT “Inside the NBA”, snocciolano curiosità e statistiche sull’incontro che si sta per giocare. Una prima volta per la serie, anche se la novità è stata già introdotta dal franchise di Madden, ma spero che magari in un futuro tutti altri grandi franchise sportivi come FIFA, possano “ispirarsi” e introdurre una cosa del genere.

Odio

Riconoscimento facciale da rivedere

- Sebbene l’idea di fondo sia di molto interessante, la realizzazione finale invece lascia alquanto a desiderare. Le condizioni per ottenere una scansione abbastanza decente devono essere praticamente perfette. Basta già un’illuminazione non fortissima e il sistema si impalla dopo pochi secondi, o rileva troppi pochi punti. La mia esperienza si è composta di tre tentativi, l’ultimo dei quali mi ha dato un più che buon risultato. Prima però, tra le altre cose, ho dovuto posizionare un panno davanti al televisore, altrimenti il riflesso impediva il rilevamento del mio volto. Assolutamente da rivedere in futuro.

Tiriamo le somme

NBA 2K15 riesce a mantenere lo standard di re della simulazione cestistica anche quest’anno. Mi riservo di cambiare idea dopo aver visto NBA Live, però credo che il divario sia in ogni caso troppo largo da colmare per la concorrenza. Il gioco, che rasentava la perfezione lo scorso anno, è stato ulteriormente integrato e migliorato. Sono stati eliminati alcuni difetti e sono state inserite novità interessanti, come la scansione facciale o lo show pre partita. Perciò un must-have anche con questa edizione, che finalmente è davvero completa anche sulle nuove console.
9.2

Recensione realizzata grazie al supporto di 2K Sports e Xbox.


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L'autore

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Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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