Recensione - Sherlock Holmes: Crimes & Punishments
Il Gioco
Sherlock Holmes: Crimes & Punishments non segna solo il debutto dello Sherlock Holmes di Frogwares sulle macchine di nuova generazione ma rappresenta anche una rivisitazione tecnica della serie grazie all'adozione dell'Unreal Engine 3, che ha permesso al team di sviluppo di rendere in maniera ancora migliore i volti dei personaggi coinvolti e gli ambienti di gioco. Non si tratta di un mostruoso salto qualitativo, sia chiaro, ma per un gioco in cui ogni indizio è importante, la possibilità di sfoggiare un buon comparto visivo è sempre benvenuta.Sherlock Holmes: Crimes & Punishments offre un’antologia di sette casi originali che terranno impegnati i giocatori circa 13/16 ore a seconda della prontezza mentale con cui si creano i collegamenti necessari a concludere le indagini. Purtroppo i diversi episodi non sono disponibili a discrezione del giocatore ma vanno completati in un ordine preciso, nonostante non vi siano apparenti collegamenti fra loro in termini di trama. Rispetto ai predecessori, Sherlock Holmes: Crimes & Punishments, assume una rotta più tranquilla, con enigmi intriganti ma mai difficili o davvero impegnativi. Forse tutto dipende dal fatto che, nonostante sia possibile spostarsi a piacimento fra le diverse ambientazioni coinvolte nel caso, è difficile perdere la bussola trovandosi a vagare disperati alla ricerca dell’indizio utile per riprendere la corsa. Tale decisione in termini di sviluppo può essere vista come l’espressione del desiderio di portare il detective inglese nelle console di più persone possibili, affiancando all’impianto da avventura grafica alcuni elementi semplificativi per rendere il risultato finale più scorrevole e accattivante. Ciò non limita comunque la soddisfazione che deriva dal raccogliere tutte le prove necessarie al completamento delle indagini, aggiungendo che al termine dell’episodio il colpevole non salta fuori in maniera automatica ma bisogna prendere una decisione indicando uno dei sospettati, con il rischio di puntare il dito contro la persona sbagliata (al termine è comunque possibile vedere la soluzione corretta, giusto per avere conferma delle proprie capacità poliziesche). Per arrivare ad un nome, giusto o sbagliato che sia, vi è un processo di raccolta ed elaborazione degli indizi che costituisce il cuore del gioco e che Frogwares ha cercato di diversificare il più possibile per evitare un fenomeno “da stampino” tra i diversi casi.
Alla base di questi meccanismi vi è il tratto caratteristico più famoso di Holmes: la capacità di osservazione. Durante le indagini, oltre a raccogliere le prove, molti degli elementi utili a completare il quadro della situazione arrivano dalla pura e semplice osservazione delle scene del crimine (e non solo), accompagnata dalle riflessioni del detective. Anche durante le conversazioni con i vari sospettati vi è la possibilità di raccogliere ulteriori prove analizzando vestiti, volti, mani, cicatrici, tatuaggi, capelli, gioielli e via dicendo. Ogni volta che si scopre un nuovo elemento riguardante uno dei personaggi coinvolti, è possibile modificare il corso della conversazione per strappare, spesso insaputa dei nostri interlocutori, altri dettagli utili. In tal senso, spesso, è molto utile portare avanti le conversazioni solo come parte finale dell’indagine, in modo da poter dialogare avendo tutti gli indizi materiali a disposizione.
La portata migliore, comunque, consiste nel sistema di deduzione che porta al colpevole, o presunto tale. Man mano che si raccolgono le prove è possibile collegare alcuni elementi fra loro, esempio: una gallina in meno dal pollaio, un tizio con le piume sui vestiti. Collego le due cose e sblocco una deduzione che lo indica come il responsabile del furto di galline... o forse come uno arrivato troppo tardi per salvarle e che è inciampato nelle piume rimaste. Per capirlo bisogna creare un quadro il più completo possibile e poi decidere quale delle due opzioni è la più aderente alla realtà. Una volta presa una decisione si sblocca un percorso, visualmente rappresentato da una serie di neuroni che vanno a ricongiungersi, che man mano porta ad una conclusione. Un gioco di àut àut.
Nell’insieme, Sherlock Holmes: Crimes & Punishments offre quelli che potrebbero essere chiamati volgarmente “mini giochi” collegati fra loro dalla trama del singolo caso. Alcuni possono apparire superflui, altri sorprendere portando via più tempo di quanto preventivato. Nessuno di questi comunque arriva a risultare troppo semplice oppure troppo frustrante.
Amore
Hai la mia attenzione
- I casi proposti in Sherlock Holmes: Crimes & Punishments sono più o meno impegnativi (la difficoltà non segue un ordine crescente ma varia da caso a caso) e più o meno lunghi, ma tutti offrono una trama degna di essere seguita, che difficilmente cade nel noioso o pedante. Certo, un paio di casi urlano il colpevole fin dall’inizio nonostante cerchino di ruotare intorno a dei colpi di scena poco fuorvianti, ma nel complesso non mi ritengo deluso da quanto mi è stato narrato. O per meglio aderire allo stile, non mi sono annoiato di fronte al mare di bugie e confessioni sentite per bocca dei tanti che hanno tentato di fregare me, Sherlock Holmes.La responsabilità del giudice
- Fa sempre colpo un gioco che permette di prendere decisioni definitive in un contesto non verificato. Sherlock Holmes: Crimes & Punishments da questo punto di vista è meritevole di lasciare il giocatore con il dubbio, a meno che non prema il tasto che rivela la soluzione. Inoltre, una volta accusato uno dei personaggi, vi è la possibilità di offrire una scappatoia o di condannarlo senza appello, decisione che non ha un esito giusto o sbagliato nemmeno nelle soluzioni.Caro, vecchio Holmes
- La creatura di Sir Arthur Conan Doyle da qualche anno sembra stia godendo di una seconda giovinezza. Un paio di kolossal hollywoodiani, uno sceneggiato made in USA e una sublime serie prodotta dalla BBC hanno offerto altrettante visioni alternative o modernizzate del detective inglese. Frogwares, invece, ha scelto la via ortodossa senza andare a modificare quasi nulla della visione canonica. Questo non va visto come mancanza di spirito d’iniziativa, ma come una passione smodata per la versione classica del personaggio, con tanto di citazioni sparse un po’ ovunque pronte ad ammiccare al giocatore più attento.Odio
Dove tiene la scopa Mr. Holmes?
- Non bisogna essere volgari nel rispondere, ma indubbiamente molte delle meccaniche di gioco, su tutte il sistema di movimento, si esprimono in maniera assai legnosa, poco elegante. Una leggera latenza dei comandi, specialmente nel menu, potrebbe infastidire in un contesto in cui il diario con tutti gli elementi raccolti durante un caso dev’essere consultato con una certa frequenza. Il sistema stesso di spostamento fra una location e l’altra consiste in una schermata di caricamento, cosa che poteva forse essere evitata sulle nuove console decisamente in grado di elaborare richieste del genere in tempi stretti. Una constatazione che assume maggior valore se si pensa che il backtracking è strumento indispensabile per arrivare alla soluzione degli episodi.Basta raccogliere tutto
- Come già accennato, Sherlock Holmes: Crimes & Punishments non mette seriamente alla prova le meningi del giocatore. Si tratta di una scelta che purtroppo potrebbe scontentare gli intrepidi alla ricerca di una vera sfida. La raccolta delle prove e delle testimonianze appare spesso un'esperienza lineare che lascia poco spazio a varianti decise dal giocatore. Anzi, volendo fregarsene della vera giustizia è possibile accusare qualcuno ancor prima di aver raccolto tutti gli indizi, tanto una volta concluso il caso e passati a quello successivo non vi sono ripercussioni.Leggero problemino alle orecchie
- Il gioco presenta uno squilibrio nella calibrazione dell’audio surround. All’inizio del gioco le voci risultavano a malapena udibili, coperte da tutti gli altri rumori ambientali e dalla musica, come se arrivassero attraverso un cuscino. La soluzione a tale problema è consistita nell’abbassare, dal menu delle opzioni, i valori degli altri elementi audio e alzare quello dei dialoghi. Rimane comunque il leggero effetto cuscino.Tiriamo le somme
Holmes detesta annoiarsi, è una cosa che lo porta ad oscillare pericolosamente fra la follia e la depressione. Frogwares, dall’alto della sua passione per il personaggio, sembra consapevole della cosa e con Sherlock Holmes: Crimes & Punishments continua a tenerlo occupato offrendo a lui, e al giocatore, un prodotto di carattere che pur non essendo privo di difetti (per la maggior parte dovuti alle non infinite risorse in fase di produzione del titolo) propone avventure costruite su delle solide fondamenta di gameplay. Certo, forse non è l’episodio più difficile o impegnativo della serie, ma a forza di sbaragliare omicidi e truffatori il nostro amabile sociopatico non può pretendere di trovare sempre avversari degni della sua fama. 8.0Recensione realizzata grazie al supporto di Focus Home e Xbox.
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