Recensione - Deadlight
Il Gioco
L'ex guardiaparchi Randall Wayne è un uomo disperato alla ricerca di sua figlia, in un mondo improvvisamente diventatogli ostile; la sua vita scorreva normale quando dall'Europa iniziarono a giungere le prime notizie di una strana malattia che stava mietendo molte vittime. Col passare del tempo l'infezione si è espansa sempre più fino a portare ad una quarantena su tutto il Vecchio Continente, ma questo non ha impedito all'orrore di raggiungere anche l'America: gli esseri umani muoiono risvegliandosi sotto forma di esseri in decomposizione e affamati unicamente di carne umana. Questo ha portato velocemente ad una situazione di caos, con la caduta della civiltà e la formazione di piccoli gruppi di sopravvissuti. All'inizio di Deadlight troviamo Randall a Seattle, isolato per qualche motivo dal gruppo con il quale stava viaggiando e con cui stava anche la figlia Lydia; il suo unico pensiero è sfuggire alle orde di zombie e rintracciare la figlia.La nostra avventura inizia all'interno di un capannone industriale abbandonato dove possiamo familiarizzare con le meccaniche del gioco: nonostante l'ambientazione potrebbe far pensare ad un titolo più improntato sulla componente sparatutto/action, ci troviamo basilarmente di fronte ad un classico platform game a scorrimento, dalla struttura lineare e con vaghe reminiscenze alla Prince of Persia, basato anche sulla risoluzione di enigmi per procedere nei livelli e condito da un pizzico di meccaniche survival. La visuale laterale ci permette di muoverci solo a destra e sinistra, correre, saltare ed interagire con gli oggetti che incontriamo di tanto in tanto. Le ambientazioni, che spaziano tra fabbriche abbandonate, campagne, sobborghi di periferia, palazzi di città e qualcuna più caratteristica ed originale che evito di anticiparvi, sono costantemente infestate da zombie (o Ombre, come le chiama Randall); il nostro scopo non sarà tanto confrontarci con loro ma cercare di evitarli progredendo nei livelli senza farci sopraffarre. Per fare ciò possiamo sfruttare l'ambiente a nostro vantaggio, ad esempio arrampicandoci su automobili e altre strutture irraggiungibili dagli impacciati esseri, oppure sfruttando meccanismi come casse sospese da far cadere sui malcapitati oppure botole e voragini in cui indurli a cadere. Gli zombie non sono noti per avere un gran cervello, per cui basta urlare e fare un po' di rumore per attirarli nella nostra direzione dopo aver preparato la nostra trappola, oppure semplicemente per farli accalcare tutti sotto un camion sul quale ci siamo arrampicati per poter così saltare oltre il gruppo e scappare indisturbati. Non manca comunque l'occasione di fracassare qualche teschio di non-morto: di tanto in tanto potremo utilizzare un'ascia, lenta ma efficace, o delle armi da fuoco ma sempre a corto di proiettili; in questo caso si utilizza lo stick destro per mirare, un po' come accadeva in Shadow Complex.
L'esperienza di gioco è pilotata da una storia di sottofondo narrata attraverso delle tavole di fumetto, divisa in tre atti ognuno dei quali composti da più capitoli; completare il tutto vi richiederà tra le quattro e le cinque ore, ma per gli amanti del collezionismo il gioco presenta numerosi oggetti da trovare molti dei quali nascosti in aree segrete, offrendoci quindi uno stimolo per soffermarci ad esplorare accuratamente ogni zona prima di proseguire nell'avventura.
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