Recensione - Dynasty Warriors 5: Empires
Tra le varie modalità disponibili, quella più interessante è senza dubbio la modalità Impero che ci permette di scegliere una dinastia e di portarla a prevalere su tutte le altre, conquistando tutte le regioni della Cina feudale. Il gioco in questa modalità, prevede due momenti: uno strategico ed uno di azione vera e propria. La parte strategica è strutturata a turni e per molti versi ricorda un po’ il Risiko: viene visualizzata su schermo la mappa della Cina, divisa in venticinque regioni, ognuna delle quali occupata da un proprio governante e dai relativi generali. Inizieremo il gioco con una sola regione sotto il nostro controllo e disporremo unicamente di tre generali (ognuno a comando del proprio esercito), ma nel proseguo della partita entreremo in possesso di altri territori e potremmo arruolare nuovi generali. Diventa quindi importante posizionarli attentamente sulla mappa, evitando di lasciare sguarnite le difese delle regioni più esterne del nostro impero, regioni che potrebbero subire le invasioni dei governanti rivali.
Esiste un numero massimo di generali che possono essere reclutati e in generale non è possibile schierare più di sei generali per ogni regione: appare così chiaro che maggiore è il numero di regioni conquistate, maggiore sarà il numero di generali che possono combattere dalla nostra parte. Oltre a spostare le truppe tra i vari territori, in questa fase di gioco potremo curare la politica interna o estera dell’Impero, cercando di stringere alleanze o di intensificare gli scambi commerciali incrementando così le entrate monetarie delle nostre casse. E’ inoltre possibile, usufruendo dei ricavi provenienti dalle tasse, potenziare le difese dei vari distretti, reclutare nuovi generali, creare nuovi oggetti da utilizzare poi in battaglia, reintegrare i soldati caduti durane gli scontri o arruolare delle unità speciali. In ogni turno è possibile compiere un numero limitato di queste azioni, che varia a seconda del numero di regioni in nostro possesso e si va da un minimo di un’azione ad un massimo di cinque.
Veniamo ora a prendere in esame la parte d’azione del gioco: una volta scelto sulla mappa il territorio nemico da invadere e scelti i generali da impiegare in battaglia arriva il momento di scendere in campo e di sgranchirsi un po’ le dita. Se avete avuto modo di giocare qualche altro titolo della serie vi accorgerete sicuramente che il gameplay non ha subito alcuna modifica: la visuale è sempre in terza persona con la telecamera posizionata alle spalle del nostro personaggio e la nostra preoccupazione principale sarà quella di eliminare il maggior numero di soldati nemici a suon di fendenti. Le truppe che ci troveremo ad affrontare variano di potenza a seconda del loro ruolo e così se i soldati semplici si presentano niente più che come carne da macello, pronti a cadete dopo un paio di attacchi, i generali sono invece molto più ostici e duri a cadere. Di contro c’è da dire che sconfiggendo un generale si ottiene un notevole vantaggio tattico, in quanto tutte le truppe sotto il suo comando vengono disperse. Un altro modo per avvantaggiarsi sull’avversario è quello di impossessarsi delle basi di rifornimento sparse sul campo di battaglia, eliminandone i guardiani.
Al termine della battaglia, in caso di vittoria, i nostri generali aquisiranno punti esperienza che consentiranno loro di disporre di eserciti più numerosi e di aumentare la potenza degli attacchi. Esistono fondamentalmente due modi per portare a termine con successo uno scontro: eliminare il leader avversario o prendere possesso del campo base nemico. La scelta dipende molto dall’approccio tattico scelto per affrontare la missione, ma il risultato finale è il medesimo. Il sistema di controllo è molto semplice ed estremamente intuitivo: come al solito la levetta sinistra comanda il movimento dell’eroe di turno, con il tasto X si effettua un attacco normale, A per saltare, Y per eseguire un attacco potente, e B per effettuare un super attacco utilizzabile dopo aver riempito un’apposita barra.
Fino a qui sembra che il gioco sia piuttosto vario e divertente, ed in effetti è così, la cosa che ne lascia interdetti è però l’aspetto tecnico. Grafica e sonoro sono infatti decisamente sotto la media: soprattutto l’aspetto visivo lascia sconcertati tanto che viene spesso da pensare che un prodotto del genere non faticherebbe a girare su una PS2. I modelli poligonali non sono piuttosto semplici e ricoperti da texture tra le peggiori da me viste sinora sulla 360, e durante gli scontri, che avvengono in scenari molto scarni ed anonimi, non è raro imbattersi in fenomenti di bad-clipping e compenetrazioni varie. Aggiungete effetti speciali di pessima fattura e scalettature a profusione ed avrete un idea del quadro finale. L’unica nota positiva sta nel fatto che nonostante le numerose (ma non numerosissime) unità presenti contemporaneamente su schermo, il motore grafico riesce ad essere sempre fluido e non si notano mai scatti o rallentamenti, ma onestamente dato il livello di dettaglio mi sarei stupito del contrario. Dal punto di vista audio le cose non migliorano molto: gli effetti sonori durante le battaglie sono nulla più che sufficenti e la colonna sonora alterna pezzi abbastanza ispirati a musiche piuttosto piatte.
Per concludere ci troviamo di fronte ad una produzione decisamente scadente, almeno tecnicamente parlando.Il gameplay può divertire a patto che da un gioco non cerchiate soprattutto originalità e innovazione, caratteristiche che non trovano spazio nel titolo Koei. La parte strategica è sicuramente interessante e piacevole e, unita alla possibilità di giocare assieme ad un compagno la modalità principale, garantisce una certa longevità al titolo, a patto che siate disposti a chiudere un occhio (o meglio tutti e due) sul veramente deludente aspetto grafico. 5.6
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