Recensione - Call of Duty 2: Big Red One
di
gian
P
Cominciamo col precisare che Call of Duty 2: Big Red One c'entra poco o niente con il Call of Duty 2 per Xbox 360 e PC. Le due versioni hanno in comune solo il publisher, il nome ed il tema trattato, per il resto persino le software house che le hanno prodotte sono diverse; da una parte Infinity Ward, dall'altra la semi-sconosciuta Treyarch, per un titolo dedicato solo alle console. Voi siete Andy Allen, della divisione di fanteria più famosa di tutto l'esercito americano, la Big Red One, caratterizzata da un grande uno rosso sulla spalla dei soldati che la componevano. Soldati uniti dagli orrori della guerra, uniti come fratelli. Con un piccolo prequel si viene catapultati nell'azione. Il primo impatto è semplicemente devastante; dalle colline scendono decine di nostri commilitoni mentre gli Stukas nemici sibilano vicino alle nostre teste e si vanno a schiantare contro gli edifici. Altamente emozionante, come una vera esperienza cinematografica: è questa la prima impressione di questo gioco che sembra un kolossal Holliwodiano tanto è lo spettacolo che ci si presenta davanti agli occhi.
Come una grande famiglia
Rispetto al primo Call of Duty per console, L'Ora degli Eroi, sono state introdotte molte innovazioni e molte cose sono rimaste invariate. Questa serie ha fatto degli eventi scriptati il suo punto di forza: il giocatore ha l'impressione di essere lì, vivendo scene altamente drammatiche ed esaltanti. Anche questo Big Red One non fa eccezione, presentandoci lungo il corso del gioco bombardamenti, esplosioni e quant'altro sempre nello stesso punto e nello stesso istante. Può sembrare banale o noioso, invece contribuisce a immergersi nel campo di battaglia come non mai. Un'altra cosa che non è cambiata è il nostro ruolo. Interpreteremo per tutto il corso del gioco un solo personaggio, ma non un capo o un supereroe bensì un semplice soldato, in mezzo ad altri come lui, nel bel mezzo della stessa maledetta guerra. Per fortuna con noi ci sono i nostri compagni, i nostri unici amici che con le loro battute spiritose contribuiscono a creare nelle prime missioni un ambiente quasi familiare, meno teso di quello che dovrebbe essere. C'è lo spaccone che si vanta delle sue azioni eroiche e gli altri che lo prendono poco sul serio scherzando. Ma non sono solo dei simpaticoni questi soldati. Sono dei soldati scelti e lavorano come una squadra; riescono addirittura ad aprirci le porte, cosa che noi stranamente non riusciamo a fare. Più di una volta mi sono trovato a ricaricare nel bel mezzo di uno scontro ravvicinato contro un maledetto crucco che mi sparava come un dannato e di essere salvato da una provvidenziale pallottola sparata dai miei amici: viene quasi da girarsi e ringraziarli con le lacrime agli occhi dato che è solo grazie a loro se siamo ancora vivi. Sarebbe bello ricambiare questi gesti eroici, ma (s)fortunatamente i nostri commilitoni sono immortali e possono morire solo se previsto dai famosi eventi scriptati. E' quindi un senso di sicurezza, come quello che si ha quando si sa di avere le spalle coperte da degli amici fidati, quello che pervade buona parte del gioco.
Grande varietà
Un grande difetto dell'Ora degli Eroi era la linearità dei percorsi e la poca varietà delle missioni. Questi due difetti sono stati completamente eliminati. Ora il percorso, anche se sempre legato a una strada fissa, dà una impressione di libertà non indifferente soprattutto grazie ai grandi spazi aperti. E le missioni sono decisamente varie: all'interno di ogni missione difatti ci si troverà a seguire più obbiettivi, a usare torrette dentro mezzi amici e ad aiutare i propri compagni. Le sezioni a bordo di carri armati sono state notevolmente diminuite, infatti solo in un livello ci si troverà a bordo di questi pesanti veicoli. Il controllo di questo mezzo è decisamente ostico e poco pratico, e bisognerà ripetere la missione più volte per trovarsi a proprio agio; ad esempio il controllo è solamente in terza persona e per cambiare visuale bisognerà tenere premuto il grilleto sinistro, inoltre muovere la mira e sparare con la torretta è praticamente impossibile. Sono state introdotte delle parti a bordo di un aereo dove ci dovremo spostare tra le varie torrette per far fronte a minacce aeree, delle sezioni su barche, come quella dello sbarco a Gela in Sicilia o ad Omaha Beach, in cui spareremo a delle mine per liberare il cammino ai nostri alleati; infine si potrà, in alcuni momenti prefissati dell'azione, usare il binocolo per ordinare un bombardamento su delle case o un ponte. Anche le ambientazioni sono molto varie. Si va dal Nord Africa, contro le truppe di Rommel, alla Sicilia e al Nord Europa, Francia, Belgio e Germania. Una menzione speciale va comunque alla sezione ambientata in terra nostrana, in particolare le missioni dello sbarco di Gela a Piano Lupo in mezzo alle rovine della Magna Grecia ed a Troina. Le armi sono sempre le stesse, dall'M1 Carbine al fucile Bar che chiunque abbia già giocato a un FPS sulla Seconda Guerra Mondiale conoscerà già perfettamente. Ma sono state anche introdotte delle armi mai viste prima, come la Beretta 1938A o il Carcano M38, armi rigorosamente italiane.
Poco tattico?
Chi però cerca uno sparatutto un pò tattico rimarrà sicuramente deluso. Ai livelli più bassi di difficoltà anche scagliarsi con il mitra in mano contro molti nemici non porta necessariamente alla morte vista anche l'abbondanza di medikit sparsi lungo i livelli. Anche le nostre armi sembrano essere divinamente precise e non c'è alcun genere di sobbalzo della mira: sparare a un nemico non è un gran problema dato che il più delle volte lo colpiremo comunque. Con questo CoD si è abbandonato quindi ogni genere di tatticismo minimamente presente in quasi tutti i titoli della serie per un azione più sfrenata ma non per forza più divertene (o più noiosa, qua dipende dai punti di vista). Anche l'IA è stata notevolmente migliorata, soprattutto quella dei nostri compagni che prendono copertura e non sono solo un inutile accessorio ma risultano veramente utili. Quella dei nemici invece va dall'ottimo al pessimo; a volte sono capaci di accerchiarci, di lanciarci granate con una precisione maledetta, di prendere copertura intelligentemente e di sfuggire alle nostre granate scavalcando dei muretti o altro. Altre volte sono spaventosamente tristi, visto che riescono a darci le spalle mentre gli spariamo o stare fermi quando gli lanciamo una granata sotto i piedi, guardandoci senza fare nulla. Una cosa molto fastidiosa è il fatto che il più delle volte sembra che i nemici si accorgano solo di noi, ignorando completamente il nostro compagno che gli sta sparando da due centimetri di distanza. A parte questi difetti il gioco è comunque decisamente godibile dal punto di vista dei combattimenti. Un altro appunto da fare è sulla poca profondità della storia che il più delle volte è solo un accessorio per scontrarci contro orde di nemici. All'inizio di ogni campagna sono presenti dei filmati storici in bianco e nero, fatti dal Military Channel, decisamente carini.
Spettacolo per gli occhi
Graficamente il gioco fa miracoli; a parte alcuni trascurabili bug (come soldati che scompaiono dentro alcune rocce o altro( ma che sono comunque veramente pochi, il gioco è veramente fantastico da un punto puramente visivo. Non ci sono cali di frame rate di alcun genere e tutto, dalle texture ai fantastici effetti particellari, è il meglio di quanto si sia visto su questa generazione di conosole, non tanto per i dettagli ma per il senso di imponenza che ci dà il campo di battaglia in sè. Anche le animazioni e le animazioni facciali sono molto buone e come ciliegina sulla torta è stata anche implementata una fisica molto rudimentale ma pur sempre presente. Ma la cosa che più stupisce è il sonoro. I rumori degli stukas che passano a pochi metri dal suolo, delle pallottole che sibilano a pochi centimetri dalla testa e delle armi con tanto di ricarica sono semplicemente perfetti. Le musiche epiche del primo episodio sono state abbandonate, a parte alcune parti drammatiche, in favore di un realismo, in questo campo, più accentuato. Il gioco è completamente in inglese, con sottotitoli in italiano. Non è comunque un grande problema dato che la trama è quasi inesistente e quel poco che c'è si capisce facilmente. Assolutamente memorabile il parlato dei soldati italiani durante la campagna in Sicilia; divertentissimo sentire i nostri nemici dire frasi come:"Via, via" e così dicendo. Carina la possibilità di sbloccare degli extra come artworks o immagini sulle armi e sui mezzi, oltre ad alcuni filmati. La longevità del gioco è nella media degli sparatutto odierni e si aggira intorno alle dieci ore. Questo senza contare il multiplayer, in Live o System Link fino a sedici giocatori, in modalità come deathmatch, deathmatch a squadre o cattura la bandiera. Sfortunatamente sul Live il ranking è decisamente mal bilanciato, quindi anche i meno bravi si possono trovare a combattere contro dei veterani in questo gioco.
Se cercate un titolo spettacolare e coinvolgente ma privo di ogni tatticismo, allora questo è il titolo che fa per voi. Tutti gli altri possono indirizzarsi su Brother in Arms, che con una trama più solida e un gameplay decisamente più tattico basato sul gioco di squadra piacerà sicuramente di più agli amanti del realismo. 8.2
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