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Battlefield 2: Modern Combat
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Recensione - Battlefield 2: Modern CombatXboxGame

Proprio nelle prime fasi di vita della prima Xbox, venne annunciato un titolo che stava facendo impazzire tutti i guerrafondai possessori di PC. Si trattava di Battlefield 1942, sparatutto in prima persona con notevoli doti multiplayer sviluppato dai Digital Illusion (che i più anziani ricorderanno per il fantastico flipper dei primi anni ‘90 Pinball Fantasy per Amiga) per conto di Electronic Arts. Purtroppo però, forse a causa dello scarso interesse che il colosso americano aveva allora nello scatolone Microsoft, questo interessante progetto non vide mai la luce. Oggi i tempi sono cambiati, ed EA e Digital Illusion provano a portare il seguito di quel glorioso titolo sulla console verdecrociata, sicuri di fare buone vendite e sicuri di trovare in Xbox Live terra fertile per le spettacolari modalità multiplayer online che da sempre contraddistinguono questa serie. Ecco a voi Battlefield 2: Modern Combat.



La Guerra moderna
Chi si aspetta un gioco dove usare fucili della seconda guerra mondiale, Panzerfaust oppure nascondersi dietro dei sacchi ed impugnare una devastante MG42, può anche smettere di leggere ed interessarsi piuttosto ai vari classici che traggono ispirazione dai fatti accaduti nella seconda guerra mondiale come Call Of Duty, Medal Of Honor o la bellissima serie Ubisoft Brothers In Arms. Signori, qui si parla di guerra moderna, quindi largo ad armi decisamente sofisticate ed attuali come mitragliatori, Hummer, fucili di precisione, esplosivi al plastico C4, elicotteri, lanciagranate, immissioni di virus informatici fino ad arrivare addirittura a veri e propri raid aerei. Insomma si combatte per aria e terra, e potremo impersonare uno qualsiasi dei soldati impegnati sul campo di battaglia.

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La Campagna offline
Fortunatamente, Digital Illusion ha pensato anche ai ragazzi che ancora per un motivo o per l’altro non sono interessati ai furiosi combattimenti in multiplayer su Xbox Live, proponendoci una campagna a singolo giocatore decisamente bella, valida e varia. Tutto ruota su una crisi in Kazakhistan tra gli eserciti di occidente (NATO ed USA) ed il sempre temuto (anche nei videogames) esercito rosso cinese. Già immagino molti di voi alzarsi dalla sedia e pensare che sia sempre il solito "giochino" dove gli eroi americani sono i buoni e tutti gli altri sono dei cattivoni da distruggere perché minano la pace nel mondo. Niente di più sbagliato, infatti quei geniacci degli sviluppatori hanno preparato delle missioni che, oltre ad essere bellissime, varie, originali e stimolanti, prevedono l’alternanza ai nostri comandi delle due fazioni in conflitto senza nessuna differenza di arsenali, e quindi perfettamente bilanciate. La cosa più incredibile è che saremo soltanto noi a fare la scelta nelle fasi finali e decidere chi portare alla vittoria, decisamente geniale ed originale.


Un solo eroe? No tutti!
Ed eccoci arrivati a parlare della particolare meccanica messa appunto da Digital Illusion. All’inizio della missione verremo proiettati dentro un unico enorme livello e con una missione da svolgere che può passare dal semplice massacro di nemici alla difesa di postazioni strategiche come piattaforme petrolifere oppure alla distruzione di armi nemiche come sottomarini. Tutto questo guardando e giocando tramite gli occhi di TUTTI i soldati del vostro schieramento e non soltanto impersonando un eroe solitario: in qualsiasi momento è infatti possibile, tramite la pressione del tasto Y, impersonare un altro soldato lasciando il controllo alla IA del personaggio precedentemente scelto. Basta infatti guardare un soldato e premere il pulsante, ed anche se a distanza di chilometri possiamo eseguire lo "swap". Il sistema funziona molto bene e ci sarà chiesto di metterlo in opera già durante la prima missione, quando ad un certo punto arrivano due carri armati nemici praticamente invulnerabili alle pallottole semplici dei fucili: a quel punto basta cercare un riparo sicuro, guardarsi intorno e trovare il soldato con il lanciarazzi (di solito chi è appostato sui tetti ne ha uno), ed il gioco è fatto.

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Cinque classi per me, posson bastare
I soldati si differenziano perché suddivisi in 5 classi:

Assalto - hanno in dotazione un fucile, un lanciagranate, una pistola, granate a frammentazione e fumogene. Insomma, sono quelli che attaccano a viso aperto e che muoiono di più.
Tiratori - equipaggiati con un bellissimo fucile di precisione, una pistola, granate fumogene ed un puntatore laser che permette di scovare nemici e segnalare una zona specifica ai compagni. Grazie al GPS, le posizioni dei nemici verranno svelate anche ai vostri compagni.
Forze Speciali - questi soldati sono addestrati per sabotare ed agire con furtività. Sono equipaggiati con una pistola mitragliatrice ed una pistola classica, tutte e due montanti dei silenziatori per non attirare l’attenzione, un coltello e delle granate stordenti oltre che una bella scorta di esplosivo al plastico C4, decisamente molto rumoroso.
Geniere - Soldato capace di riparare mezzi di trasporto rotti grazie al suo cannello ossidrico letale anche contro i nemici, equipaggiato con un fucile a pompa, pistola, lanciarazzi e mine anticarro, tanto sensibili da esplodere anche al peso di un soldato.
Supporto - Può richiedere l’attacco di mortai tenendo fisso sulla zona per un po’ di tempo il suo puntatore ed equipaggia una mitragliatrice, una pistola e delle granate a frammentazione. Ma il suo vero scopo è quello di curare i feriti grazie al suo iniettore automatico.


Xbox Live e multiplayer
Appena entrati nel magico mondo del Live, ci si accorge istantaneamente che la vera anima di Battlefield 2: Modern Combat è racchiusa qui. Decisamente chiassoso, veloce e furioso, questo nuovo lavoro di EA/Digital Illusion su Live è veramente massiccio grazie alla presenza di ben 24 partecipanti contemporaneamente. Completa il tutto una raccolta esaustiva di statistiche, la possibilità di crearsi un clan e le buone e solite modalità che variano dal classico cattura la bandiera alla conquista, modalità in cui dobbiamo assumere il comando di specifici punti di controllo facendo piazza pulita di soldati nemici, il tutto senza particolari problemi di lag (il ritardo nei movimenti dovuto alla connessione) anche per le connessioni lente e senza grossi rallentamenti o presenze di indesiderati cheaters (i disonesti che usano trucchi vari per vincere). Solo un piccolo grande problema: la penuria di giocatori, specialmente della nostra nazione: forse a causa dell’uscita della Xbox 360 molti giocatori sono "migrati" verso nuovi lidi, infatti anche giochi straquotati come Halo 2 adesso sono un po’ meno frequentati.


Tecnicamente? Moderno!
Chi si aspettava di trovare il solito clone di Operation: Flashpoint tutto aree sconfinate e poca grafica rimarrà esterefatto. Non solo Battlefield 2: Modern Combat è fluido, ma è anche decisamente bello da guardare grazie ad una definizione invidiabile, veloce, con buone routine di fisica applicate ai corpi e colorato. Ancora una volta il motore grafico di Criterion, il famoso Renderware, ha compiuto il miracolo, anche se i meriti più grandi li ha Digital Illusion che ha svolto il lavoro di programmazione, considerando poi che il gioco in questione è nato anche come progetto multipiattaforma (è disponibile anche su PS2) possiamo fare i complimenti agli sviluppatori visto che oltre a fare la sua figura, la nostra versione è decisamente più muscolosa tecnicamente. Gli unici appunti si possono fare a delle esplosioni decisamente sottotono e poco coreografiche, infatti quando ad esempio un mezzo esplode ci si aspetta un tripudio di effetti particellari e pezzi che volano ovunque, invece a parte una piccola fiammata non c’è una vera esplosione ed a volte nella frenesia può capitare di bombardare con un lanciamissili un carro armato già "esploso". La cosa più negativa comunque non è tanto aver sprecato un colpo, ma è la nostra adrenalina che dopo essere arrivata a livelli stellari, calerà di colpo perché ci saremmo sentiti molto più appagati nel vedere quel carro saltare in aria che vedere quel lampo e basta. Altra piccola delusione è arrivata dai filmati decisamente bruttini ed anonimi, chiaramente nulla di grave a fini del gioco ma qualcuno potrebbe storcere il naso guardandoli.

Molto buono il sonoro, con una musica iniziale memorabile che lascia presto il posto ai boati di guerra ed a voci molto realistiche, tutte in italiano e ben doppiate, a parte il soldato del briefing di inizio livello: va bene essere freddi come un soldato, ma qui si sente chiaramente che il doppiatore sta leggendo - piuttosto che recitando - il copione. Buona la giocabilità grazie ad una pronta risposta dei comandi, e soprattutto grazie alla buona fluidità che non ci fa mai sbagliare mira per colpa di scatti o cali di frame rate. Ottima inoltre la varietà delle armi con un numero che, dopo averle sbloccate nel corso di tutte le missioni arriva fino a 50, così come i mezzi di trasporto che sono ben 30. Per il caricamento delle armi i programmatori si sono mossi bene, quindi niente casse di munizioni visto che sono virtualmente infinite: se finiamo quelle del lanciarazzi ad esempio, basta trovare una valida copertura ed aspettare che la barra delle munizioni cresca e si riempia, dopo qualche istante ecco delle nuove munizioni.

Si poteva fare di più anche per l’IA dei nostri compagni, decisamente poco propositivi quando si deve attaccare ed abbastanza incauti quando devono difendersi, questo ci costringe a fare molto lavoro extra (non è che ci dispiaccia) ma molte morti ci tolgono punti e medaglie oltre a rischiare di precludere l’esito positivo della missione. Un brutto difetto riscontrato è il fastidioso "spawn" dei nemici, cioè l’apparizione in punti di rinascita fissati dai programmatori di soldati che quindi non vedremo apparire ad esempio da dentro una base, ma piuttosto da una strada (senza uscite) precedentemente ripulita oppure dal ponte di una nave appena abbordata (dove il difetto si è fatto più pesante) magari proprio dietro una stiva gia ripulita e senza porte.


Una guerra virtualmente infinita
La campagna offline si mostra decisamente longeva grazie ad una discreta trama ma a lungo andare potrebbe risultare leggermente ripetitiva. Da menzionare il sistema di gradi con il quale un semplice soldato (noi all’inizio) può essere promosso grazie a delle medaglie che vengono assegnate alla fine di ogni livello in base al numero di combo uccisioni, perdite subite, cambi di personaggi ed altro ancora. Sono disponibili direttamente dal menu di inizio livello delle sfide speciali che possono ad esempio vederci in gare di velocità, questo fa salire e di molto la rigiocabilità delle missioni e quindi tutta la durata dell’avventura.

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In definitiva, se avete il Live e trovate qualche valido compagno considerate questa modalità il vero motivo per cui è nato questo gioco, che comprende quindi una campagna offline decisamente al di sopra delle più rosee aspettative ma che trova su Internet il vero senso di esistere. Non vedo l’ora di poterlo giocare di nuovo quando uscirà su Xbox 360 e, ne sono sicuro, verrà corretto dalle imperfezioni riscontrate in questa recensione.
8.2

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L'autore

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Nasce nel 1979, dopo qualche mese vede Galaxian e da allora è amore per i vg. Da quando negli anni 80 il fratello maggiore acquista un Commodore 64, ha comprato praticamente tutti i videogiochi e le console che poteva permettersi e che ancora conserva gelosamente. Nel 2005 conosce Neural proponendosi come recensore, e da lì in poi oltre ad una collaborazione è nata una grande amicizia.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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